Incendio all'aeroporto di Fiumicino
Incendio all’aeroporto di Fiumicino

Roma – Forte odore di bruciato, tosse e raffreddore e occhi che lacrimano. A cinque giorni dall’incendio che ha gravemente danneggiato l’aeroporto di Roma Fiumicino i dipendenti che lavorano nel Terminal sono ancora spaventati e temono che le esalazioni del rogo possano costituire una minaccia per la salute.
A far paura è soprattutto il timore che nell’aria sia stato rilasciato amianto, il pericolosissimo minerale che provoca il tumore ai polmoni. Nonostante le rassicurazioni delle aziende e le verifiche che dicono che l’aria è assolutamente sana, i dipendenti continuano a uscire per brevi pause ogni 15 minuti lavorati e a chiedere maggiori controlli sulla qualità dell’aria che respirano 7-8 ore al giorno.
I lavoratori oggi sciopereranno per protestare contro il silenzio che sta calando sulla vicenda e chiedono garanzie sulla qualità dell’aria che respirano.
Sono preoccupati soprattutto perchè le aziende mantengono il “suggerimento” a uscire a prendere aria all’esterno ogni tot ore e questo, secondo i dipendenti, sarebbe un segnale evidente che l’aria non è poi così salubre.
Se i passeggeri in transitano portano mascherine e foulard avvolti sulla faccia, infatti, i dipendenti della aziende che operano nell’aeroporto non possono proteggersi come vorrebbero e, soprattutto, restano nei locali per ore ed ore ogni giorno.
A terrorizzare tutti la possibilità che le coperture dell’aeroporto di Fiumicino contengano fibre di amianto che potrebbero essersi liberate con le fiamme. Una vera “bomba ecologica” per la salute dei lavotori.
Le comunicazioni aziendali smentiscono la presenza di amianto nell’aria ma i dipendenti obiettano che da cinque giorni, oltre al forte odore di bruciato, sono costretti a convivere con tosse acuta e raffreddore e bruciore agli occhi che, bene o male, dovrebbe avere una spiegazione.