Tonnellate di detriti al Porto di Voltri
Tonnellate di detriti al Porto di Voltri

Ben 820mila metri cubi di smarino, proveniente dagli scavi per le gallerie del Terzo Valico potrebbero arrivare al Porto di Voltri.
E’ allarme tra la popolazione, nel quartiere dell’estremo ponente genovese, dopo la pubblicazione, su Facebook, di un documento riservato che mostra un elenco di “siti alternativi” per lo smaltimento dell’enorme quantità di detriti che vengono prodotti per scavare le gallerie del Terzo valico.
Nel documento si legge distintamente che il Porto di Voltri potrebbe ricevere ben 820mila tonnellate di detriti destinati allo smaltimento.
I cittadini di Voltri sono molto preoccupati perchè, sempre in questi giorni, si è tornati a parlare della possibilità – sino ad ora smentita – di una crescita verso ponente del VTE, il Voltri Terminal Europa.
Anche in questo caso sono state informazioni diffuse via social network a creare allarme poichè il quartiere ha accettato enormi sacrifici proprio a patto che il Porto di Voltri non crescesse di un solo centimetro verso la delegazione.
I Voltresi sono dunque molto allarmati dal documento che è stato mostrato su facebook e siccome è piuttosto improbabile che lo smarino raggiunga il VTE per poi essere imbarcato verso qualche destinazione, resta l’opzione più temuta, ovvero quella che i detriti vengano utilizzati proprio per far “allungare” il Porto di Voltri verso ponente.
Un’opzione che farebbe sollevare Voltri contro chiunque si rimangi gli accordi presi. L’esempio di Prà, che ha accettato di piegarsi alle “logiche” del Porto, è sotto gli occhi di tutti i Voltresi che non vogliono perdere il loro mare e sono pronti a “fare la guerra” se sarà necessario.
Ora resta da chiarire il significato del documento postato sui social network visto che le autorità competenti continuano a rassicurare tutti affermando che non esiste alcun progetto di allungamento.
Se il Porto di Voltri non deve crescere a ponente, dove verrebbero messe le 820mila tonnellate di smarino?
Qualcuno, ironicamente, si domanda che non sia in progetto la costruzione di una montagna.