Settemila liguri alle prese con la Voluntary Disclosure
Settemila liguri alle prese con la Voluntary Disclosure

Genova – Oltre 7mila liguri con conti all’estero nascosti al Fisco italiano e che approfittano del condono fiscale per farli rientrare impunemente.
E’ sorprendente il numero di contribuenti che ha aderito alla Voluntary disclosure pagando una sanzione pari ad appena 186 milioni di euro.
Il condono fiscale mascherato da “procedura di collaborazione volontaria” fa emergere capitali
detenuti all’estero senza che il Fisco italiano ne avesse notizia. La Liguria si piazza al sesto posto – dietro Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e davanti alla Toscana nella graduatoria delle sette regioni italiane maggiormente rilevanti con un’incidenza pari al 4,85% del gettito stimato nazionale.
Oltre 7mila domande – Nel dettaglio, sono state 7.107 le istanze dei liguri pervenute all’Agenzia delle Entrate alla mezzanotte del 30 novembre scorso, data di scadenza della procedura di collaborazione volontaria, con un’incidenza del 5,49% sul dato complessivo nazionale.
Oltre a produrre un gettito superiore ai 186 milioni, le domande ricevute in Liguria interessano circa 3 miliardi di euro (il 5,035 del totale) di attività emerse all’estero, delle quali quasi 902 milioni (il 5,73% del dato nazionale) rientreranno in Italia.
“Constatare che la Liguria è tra le regioni più virtuose anche in tema di voluntary disclosure – osserva Alberta De Sensi, Direttore regionale per la Liguria dell’Agenzia delle Entrate – è per noi motivo d’orgoglio e la conferma della qualità dell’attività sin qui svolta anche tramite la creazione di appositi gruppi di lavoro e tavoli di confronto, che hanno consentito di monitorare costantemente l’andamento di questa inedita ed innovativa procedura e a far luce sulle diverse problematiche che, nei mesi, si sono presentate”.
Un vero e proprio “regalo”, secondo le associazioni dei Consumatori, per i grandi evasori fiscali che hanno nascosto i capitali all’estero.
Le sanzioni amministrative, infatti si riducono ad un quarto e le sanzioni si riducono fino alla metà qualora il contribuente trasferisca i capitali in Italia o in un altro Paese dell’Unione europea o in Stati aderenti all’accordo sullo Spazio Economico Europeo che consentono un effettivo scambio di informazioni, oppure nell’ipotesi in cui venga rilasciata all’intermediario estero l’autorizzazione a trasmettere le informazioni all’Amministrazione finanziaria
Chi partecipa alla regolarizzazione spontanea non sarà perseguibile per omessa o infedele dichiarazione. Per i comportamenti fraudolenti (fatture o dichiarazioni false o altri artifici) la pena è ridotta fino alla metà.