Testa di Ade
Testa di Ade

Malibù – La Testa di Ade torna a casa. Il museo Getty di Malibù, che ha custodito l’opera dal 1985 ad oggi, ha deciso di restituire l’opera all’Italia. Il reperto archeologico tornerà nel Belpaese il prossimo 29 gennaio e sarà restituito alla sua terra d’origine, la Sicilia.

Trafugato dal Santuario extraurbano di San Francesco Bisconti a Morgantina, in provincia di Enna, sul finire degli anni ’70, il preziosissimo reperto venne esportato illecitamente in America e venduto al Getty Museum nel 1985 dal collezionista newyorkese Maurce Tempelsman a 500mila dollari.

Soprannominata anche Barbablù, la Testa di Ade rappresenta una preziosa testimonianza sia per il materiale di cui è composta, sia per le importanti tracce di policromia che sono state rinvenute sul reperto stesso.

Il Console Generale d’Italia a Los Angeles Antonio Verde si è complimentato con gli archeologi italiani che da un ricciolo di ceramica ritrovato tra i resti degli scavi siciliani hanno ricostruito ed accertato la provenienza della testa custodita al Getty.

L’opera è davvero un unicum nel suo genere: realizzata con un materiale fragilissimo come è la terracotta, presenta tracce di colorazione come il rosso mattone nei capelli e la barba, appunto blu. La sua realizzazione si fa risalire al periodo ellenistico e raffigura, con ogni probabilità, il dio greco Ade.

La collocazione originaria della testa doveva essere all’intero del santuario di Demetra, all’interno del parco archeologico di Morgantina.

La Testa di Ade si va ad aggiungere ad una serie di altri reperti trafugati e recuperati dal museo di Los Angeles. Era accaduto con l’Atleta di Fano e con la Venere Morgantina, restituita nel 2011.