robot-chirurgoRoma – I chirurghi dell’Opsedale Bambino Gesù di Roma hanno trapiantato un cuore artificiale a lievitazione magnetica in una ragazza di 16 anni, affetta da una grave forma di miocardiopatia dilatativa. L’ospedale romano è stato il primo a effettuare questo tipo di trapianto in un paziente minorenne. Se i trapianti di cuori artificiali anche su bambini molto piccoli non sono più una novità, questo tipo di macchina era stata utilizzata fino ad oggi solo su pazienti adulti. La macchina trapiantata si chiama “Heart Mate 3”, e può essere utilizzata sia come soluzione momentanea in attesa di un trapianto di cuore sia come soluzione definitiva. Negli Stati Uniti è ancora in fase di sperimentazione, mentre in Europa è già stato utilizzato su molti pazienti adulti, con ottimi risultati. I casi di sopravvivenza a 1 mese dall’intervento sono infatti del 98%, a 6 mesi del 92. I medici del Bambino Gesù (struttura all’avanguardia nel campo dei trapianti) hanno chiesto alla St. Jude Medical (la casa produttrice di Heart Mate 3) di tentare l’operazione proprio alla luce degli ottimi risultati ottenuti in precedenza, e vista la gravità delle condizioni della paziente. “Ci è stata data l’opportunità di utilizzare per primi su un paziente pediatrico questo nuovo dispositivo alla luce dell’esperienza maturata negli anni dal Bambino Gesù nel campo degli impianti di cuori artificiali – spiega il dottor Antonio Amodeo – è stato un intervento reso necessario dai rischi di morte improvvisa a cui la ragazza era sottoposta a causa della sua patologia. Il nuovo dispositivo magnetico offriva garanzie migliori in termini di efficacia e di sopravvivenza ed infatti la ragazza a distanza di sole 16 ore dall’intervento era sveglia e in ottime condizioni”. Il cuore artificiale è stato in ogni modo una soluzione temporanea. A soli 4 giorni dall’intervento, nella ragazza è stato trapiantato un cuore naturale, ed è stata dimessa dall’ospedale lo scorso 1 febbraio.