Farmaci
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Genova – Chiarire i tanti dubbi sui cosiddetti farmaci generici e sciogliere i dubbi dei Consumatori sul loro uso. E’ l’obiettivo dell’ultimo incontro estivo del ciclo “Di.M.I. Incontra Genova” cui farà seguito un nuovo ciclo autunnale.
“I generici sono validi, ma costano meno perché sono un po’ più scadenti”. “Il principio attivo è lo stesso, sì, ma la quantità contenuta è inferiore”. “I generici contengono solo il 20 per cento del principio attivo”. Quanti luoghi comuni si sentono sui farmaci generici? E soprattutto quante informazioni errate circolano (per usare un eufemismo)? Tante, troppe, e capita persino che questi rumours inizino a circolare per bocca di chi ne dovrebbe sapere e invece non è sufficientemente preparato. A far chiarezza ci pensano le professoresse Antonietta Martelli e Francesca Mattioli, che nella giornata di lunedì 4 luglio, nonostante l’afa estiva, hanno incontrato il pubblico del Di.M.I. per parlare di farmaci equivalenti, assai discussi in Italia, dove il loro uso è molto più ridotto rispetto a quanto avviene all’estero. Antonietta Martelli, medico, professore ordinario di Farmacologia presso la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche di Genova ed ex consulente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), e Francesca Mattioli, medico e professore associato di Farmacologia presso la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche di Genova, hanno chiarito subito che tra farmaci originali e cosiddetti generici non c’è alcuna differenza sostanziale e la loro equivalenza viene accertata con molto scrupolo.

Stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e stessa forma farmaceutica con il medicinale di riferimento, nonché bio-equivalenza con questo ultimo, dimostrata da studi appropriati di bio-disponibilità. In sostanza, alla scadenza della copertura brevettale di molti farmaci è stato possibile realizzarne una o più copie che, prima di passare il severissimo esame propedeutico alla loro commercializzazione, passano anche una serie di prove tese a rilevare alcuni parametri dell’equivalenza, come la concentrazione massima nel sangue e il tempo richiesto per la massima concentrazione plasmatica. Persino le confezioni sono uguali. Eppure in Italia c’è ancora un pregiudizio e pare che il grande equivoco sia iniziato con una parola sbagliata, fuorviante e poco idonea, per troppo zelo da traduzione. E quelli che in inglese sono i generic drugs sono diventati farmaci generici. Ma le parole per dirlo, si sa, sono importanti e quell’aggettivo “generico”, in una lingua piena di sfumature come la nostra, ha finito per essere inteso nell’accezione di “non specifico”. Come a dire qualcosa di non troppo preciso, e soprattutto contrario alla parola “originale”. “Equivalente” invece pare la parola che più di tutte descrive questa categoria di farmaci la cui variabilità dei parametri cinetici accettata non può superare il 20 per cento (ma normalmente è ben al di sotto).

Le due professoresse, girando tra il pubblico disinvolte, hanno spiegato anche in termini molto accessibili il concetto, più articolato e difficile, di farmaco biologico (prodotti a partire da proteine presenti nel nostro organismo che vengono modificate in laboratorio e basati su molecole più complesse) e di farmaco biosimilare, ovvero la copia di un farmaco biologico con il quale dimostra appunto somiglianza in termini di qualità, attività biologica, sicurezza ed efficacia. In questo caso, spiegano le due esperte, il discorso è più complesso e in America si sta diffondendo addirittura il pensiero bio-better, che si basa appunto sulla convinzione che biosimilare sia meglio, proprio perché oltre ai costi inferiori, i biosimilari arrivano circa 20-25 anni dopo il brevetto e il tempo trascorso è garanzia di innovazione. Le conoscenze sufficienti (e molto di più) riguardo ai famosi generici ormai sono consolidate, tra i mormorii della gente che bisbiglia: “Ma io non lo sapevo”. Molto altro ci sarebbe da dire a questo riguardo, ma sarebbe bene ribadirlo a un pubblico fatto anche di medici (che scarseggiano tra il pubblico in questa ultima giornata). Arrivederci a settembre, dunque, sempre al Di.M.I., con altri sei incontri durante i quali si affronteranno, o si ri-affronteranno, temi molto sentiti dalla gente.