migranti barconeGenova – Comitati e residenti di via Prè pronti a scendere in piazza se verrà confermata la voce di un possibile insediamento di profughi in uno dei palazzi della via.
La notizia circola solo da poche ore e via Prè e zone limitrofe sono già in fermento. Un privato starebbe trattando per concedere in uso alcuni appartamenti per ospitare un gruppo di profughi destinato ad altra zona della città.
Un’associazione si occuperebbe di seguire i migranti e ne garantirebbe sicurezza e vitto ed in cambio otterrebbe le sovvenzioni previste dalle normative vigenti.
Una soluzione che sta scatenando la protesta e che rischia di infiammare gli animi già tesi della popolazione che ha già minacciato clamorose forme di protesta se verrà confermata l’ipotesi.
“Apprendiamo l’ennesimo progetto di utilizzare abitazioni per un ulteriore accoglienza di nuovi migranti – scrive il Comitato di Prè – I’immobile in questione questa volta è in via Prè e forse di fronte alla possibilità di un buon guadagno, un soggetto privato è pronto a firmare un contratto con una cooperativa per l’accoglienza di un numero non precisato di profughi-migranti. Il Quartiere, gia pesantemente compromesso da un degrado che rende impossibile mettere in atto progetti di vera integrazione si interroga sulla validità di questa ulteriore operazione e sull’ennesimo forte impatto che avrà con i residenti e gli esercizi commerciali della zona . Come evidenziato anche dai media nei giorni scorsi, in settimana abbiamo letto di testimonianze dirette di spacciatori che utilizzano questi migranti come manodopera, e delle fortissime tensioni che si sono create arrivando a minacce, risse e coltelli alla gola”.
I residenti ed i Comitati, uniti, chiedono che questa ipotesi venga subito accantonata poichè “aggiungerebbe ulteriori difficoltà al lavoro delle forze dell’ordine che tanto fanno per garantire sicurezza e legalità al quartiere”.
Nelle prossime ore i rappresentanti dei cittadini cercheranno conferme alle voci che circolano insistenti già da ieri e potrebbero organizzare una protesta.