giovani prostitute
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Palermo – Reclutavano giovani donne in Nigeria con il miraggio di un lavoro regolare in Italia ma quando arrivavano le costringevano a prostituirsi per ripagare i debiti fatti per il viaggio.
La guardia di finanza ha scoperto e smantellato una organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di giovani immigrate nel racket della prostituzione. In manette sono finiti due cittadini nigeriani accusati di riduzione in schiavitù, traffico di esseri umani e induzione e sfruttamento della prostituzione. Altre persone potrebbero essere arrestate nelle prossime ore.
E’ un ulteriore risultato dell’operazione “Boga”, eseguita dalle Fiamme gialle palermitane ad Agrigento, Reggio Calabria e Napoli e che aveva già portato, il 20 giugno scorso, all’arresto di tre nigeriani e di un ghanese, componenti di una organizzazione attiva tra Nigeria, Libia e Italia.
Il clan spingeva alcune giovani nigeriane, a fronte della promessa di un lavoro in Italia, ad assumersi un debito di 30 mila euro, quale pagamento del viaggio verso l’Italia e per l’avviamento al lavoro. Le ragazze, che si trovavano in uno stato di vulnerabilità psicologica, sottoposte a rito voodoo, venivano trasferite in Libia, in strutture di detenzione, per poi essere imbarcate alla volta dell’Italia, in particolare Lampedusa.
Dopo essere giunte nel centro di prima accoglienza di Siculiana, venivano avviate alla prostituzione, con l’obbligo
di riscattare progressivamente la somma concordata per riottenere la libertà ed evitare conseguenze per loro e i
familiari in Nigeria.