Ancora un'aggressione nel carcere di Sanremo
Ancora un’aggressione nel carcere di Sanremo

Sanremo (Imperia) – Ancora un’aggressione nel carcere Valle Armea di Sanremo. Nella serata di ieri un detenuto ha tentato di aggredire una guardia con una lametta che aveva nascosto in bocca.

A ricostruire la vicenda è Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Ieri sera, intorno alle 18.00 – spiega Lorenzo – un detenuto italiano, tossicodipendente ed in passato già protagonista di analoghi eventi critici, prima ha chiesto senza fornire motivazioni plausibili, un cambio di cella e poi ha improvvisamente e senza motivo tentato di aggredire con una lametta nascosta in bocca il personale di Polizia. Tutto questo è accaduto nel percorso che dall’infermeria porta alle sezioni detentive. Questa è la 53esima aggressione dall’inizio dell’anno e tutto questo è inaccettabile“.

L’auspicidio del segretario nazionale per la Liguria è quello di un’ispezione ministeriale al carcere, al centro delle cronache per il continuo verificarsi di eventi critici.

Il segretario generale SAPPE Donato Capece ha espresso la sua solidarietà e l’apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio che i poliziotti del penitenziario sanremese hanno dimostrato. Capece ha ricordato che è solo grzie ai poliziotti penitenziari ed al loro operato se le strutture detentive reggono le costanti criticità.

Da Capece arriva anche a critica ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria: “In tutto questo contesto, il Capo dell’Amministrazione penitenziaria Consolo si preoccupa di cambiare taluni vocaboli ad uso interno nelle carceri e non a mettere in campo adeguate strategie per fronteggiare questi gravi eventi. La preoccupazione del DAP + che non si debba più dire cella ma camera di pernottamento, la domandina lascia il posto al modulo di richiesta, lo spesino diventa addetto alla spesa dei detenuti, non ci sarà più il detenuto lavorante ma quello lavoratore e così via. Questo – conclude Capece – aiuta a capire quali evidentemente siano le priorità per il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria. Non il fatto che contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane e liguri, episodi che vengono incomprensibilimente sottovalutati proprio dal DAP. Che ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella e che ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Non, insomma, soluzioni concrete alle aggressioni, risse, rivolte e incendi che sono all’ordine del giorno e frequentissime anche nel carcere di Valle Armea, visto anche il costante aumento dei detenuti in carcere, o all’endemica carenza di 7mila unità nei ruoli della Polizia Penitenziaria“.