LiberaGenova – Si aprono le settimane dei dibattiti elettorali a Genova e ieri, nell’ambito degli incontri organizzati da “Libera contro le mafie” in collaborazione con Palazzo Ducale, è andato in scena un primo incontro su temi forti come quello del contrasto alla mafia, del riutilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose, della trasparenza all’interno delle istituzioni, dei tavoli della legalità, del contrasto al gioco d’azzardo. A parlare, oltre ai candidati delle coalizioni di centrosinistra, Gianni Crivello, e centrodestra, Marco Bucci, anche Marika Cassimatis, fuoriuscita del Movimento Cinque Stelle, e Luca Pirondini, il candidato pentastellato che aveva conquistato il secondo posto durante le votazioni sul blog di Beppe Grillo, proprio dopo la stessa Cassimatis. Infine presenti all’incontro anche Paolo Putti, in corsa con la lista civica “Effetto Genova”, Arcangelo Merella (Ge9si SiamoGenova) e Marco Mori (Riscossa Italiana, ALI), affiancato da un rappresentante del Partito Comunista dei Lavoratori (Briozzo, ndr), in vece della candidata Cinzia Ronzitti.

I candidati hanno risposto, senza averne avuto comunicazione prima dell’incontro, a quattro domande. O, per meglio dire,  tre domande e a una proposta, quella di un Tavolo per la Legalità, che è stata accolta da tutti i presenti. Prima delle dichiarazioni dei singoli candidati sindaci, alleghiamo la foto con il testo delle quattro domande.

BUCCI

WhatsApp Image 2017-05-16 at 22.35.59“Molti beni dell’amministrazione oggi sono fermi e nessuno ne può usufruire. Dobbiamo darli ad associazioni di volontariato perché esse hanno una ricaduta eccezionale sul territorio. Sul radicamento mafioso, soprattutto su quello indiretto, dobbiamo assicurare trasparenza: i cittadini hanno diritto di sapere nelle istituzioni che cosa succede. Essere aggressivi perché tutte le posizioni sono a rischio.

L’azzardo legalizzato va ovviamente combattuto ed è uno dei monopoli di Stato, come fumo e alcool, che non va dato ai minori nella movida. Si tratta d fenomeni che devono essere arginati. Sul gioco d’azzardo il regolamento comunale deve essere più aggressivo, va modificato, anche su Internet: se oggi chiudi un locale, domani la gente va a giocare su Internet. Codice fiscale obbligatorio e registrazione obbligatoria campo portate avanti. Dobbiamo investire sull’educazione dei giovani perchè queste cose vanno implementate.

Noi abbiamo intenzione di stabilire un tavolo di lavoro per ciascun assessorato: ne faremo 11 e ne creeremo alcuni nuovi (del Mare, delle Vallate) e la rappresentanza cittadina dovrà darci le idee su come costruire il futuro. Le delibere non siano dettate dall’alto”.

CASSIMATIS

“Mi sembra che manchi come punto focale al contrasto al circuito mafioso la scuola, che può essere veramente il centro di territori, periferie, quartieri. Lì si possono formare una cittadinanza attiva e il rispetto degli altri. Anche qui entrano comportamenti che poi si traducono in episodi di bullismo, vessazioni, prevaricazione sui più deboli. Credo che nella scuola si possa individuare il nucleo portante dell’approfondimento culturale. Coi beni confiscati il messaggio deve essere molto forte: servono informazione e sviluppo di luoghi di rifiorimento per giovani e cittadinanza. Il radicamento mafioso si contrasta con la trasparenza: i luoghi dove è più facile che ciò avvenga sono quelli dove c’è potere di spesa. Le istituzioni, per poter essere pubbliche e trasparenti, devono poter far vedere pratiche di appalto e contributi ai cittadini.

L’azzardo a sua volta va contrastato, assieme con la ludopatia, e nostro malgrado il controllo non è sufficiente. Una sala andrebbe posta distante da un bancomat, per esempio: queste connivenze tra amministrazione e sale da gioco va contrastato.

Il nostro percorso sarà di attuare una partecipazione diretta dei cittadini, degli operatori sociali, delle scuole. I municipi crediamo possano catalizzare le proposte della cittadinanza per arrivare all’amministrazione comunale. Punteremo sulla forza della scuola”.

CRIVELLO

“Libera sa bene il lavoro che in questi anni è stato fatto. Indubbiamente il grande tema della legalità resta prioritario. Un’amministrazione ha un ruolo fondamentale, di interazione con associazionismo e cittadini. A Genova è stata effettuata la più grande confisca del Nord Italia (96 appartamenti in condizioni fatiscenti, di cui 71 nel centro storico). Le tappe sono state molte e devono seguire un percorso, un bando di assegnazione e precise linee guida. Abbiamo chiesto e ottenuto dal governo un milione per la ristrutturazione dei beni confiscati. Si potranno dunque restituire ristrutturati. Le mafie esistono comunque, con fatturati intorno ai dieci miliardi, ed è necessario reagire.

Dal 2012 al 2016 le sale gioco sono passate da 56 a 29, e lo dico con la faccia rivolta in avanti: la Regione, che ha concesso una deroga alle sale gioco, credo abbia proceduto in una direzione differente. Coi tavoli di discussione costruiremo un percorso e intavoleremo l’associazionismo”.

MERELLA

“La mafia è tema rilevante e anche la Liguria ne è stata colpita. Non lesino critiche alla giunta comunale uscente, ma ha provveduto a fare passi avanti. Non riepilogo i dati, ma i beni confiscati non hanno risolto tutto: solo che la prostituzione dà prova che tutto prosegue ancor più alla luce del sole. I beni, per il cui reimpiego sono necessarie molte spese, sono di fatto rimasto lì e inutilizzati. Usare quei beni per renderli siti compatibili con le esigenze della cittadinanza è assolutamente imprescindibile. Magari adibirli ad alberghi a largo uso visto che Genova si sta votando a città turistica. Il radicamento mafioso è di fronte agli occhi di tutti: penso che non ci sia un settore della pubblica amministrazione immune dall’attività criminosa.

Sull’azzardo legalizzato sono contro le slot machine, contro i giochi via web per grandi e minori, e fosse per me non esisterebbero. Sono invece a favore, come ovvio che sia, del tavolo per la legalità”.

MORI

“La legalità si fa con più controllo, con più personale, con più mezzi. È evidente oggi la disparità di mezzi tra Stato e mafia. Più indeboliamo il primo, più potenziamo la seconda. Voglio chiaramente ricordarvi che se non mettiamo in discussione l’idea che non ci sono soldi, qui siamo solo dei liquidatori. I soldi non crescono sugli alberi”.

PIRONDINI

“La confisca dei beni mafioso mi fa prendere di fronte a tutto l’impegno che verrà portata avanti. Togliamo alla mafia per incentivare la cultura. Lavoreremo sulle gare di appalti evitando che si palesino subappalti. Il Comune dovrà parlare di mafie, perché a loro dà fastidio. Bisogna che, come fatto da noi, si racconti che la mafia si è estremamente evoluta, presentandosi in giacca e cravatta oppure vendendo angurie. Negli ultimi anni alcuni mafiosi li abbiamo addirittura chiamati “onorevoli”. Non siamo qui a dire “parleremo di mafia”, ma a dire che ne abbiamo già parlato.

Sull’azzardo dico che molti non sanno di soffrirne, e ricordo all’attuale giunta regionale che già il Governo Letta ha condonato 96 miliardi alle sale giochi.

Un tavolo deve esserci, ma darsi un indirizzo serio: in altre parole, bisognerà parlare di legalità e non finire che tutti mangiano o vanno a cena fuori. Abbiamo però una responsabilità: non barattare il culto della legalità con qualche migliaio di voti”.

PUTTI

“Libera dà giusto spazio di protagonismo ai giovani, e le istituzioni difficilmente ci riescono. I beni confiscati è giusto che vengano restituiti alla comunità: la mafia sottrae speranze e restituisce paura. Si può pensare a teatri, scuole, luoghi di prevenzione dove chiunque entri abbia già informazioni e raccolga sensazioni su perché esiste la mafia. Credo che una cosa importante sia costruire opportunità per i giovani, facendo loro capire che c’è interesse nei loro confronti. Da educatore mi rapporto con tanti ragazzi, e ho conosciuto anche gente che faceva percorso di comunità, che aveva mafiosi come eroi. Lì ho capito che dovevo fare molto lavoro, che la giunta doveva fare molto lavoro. Là dove lo Stato è latente, la mafia di insinua. Questi luoghi vanno restituiti alla gente per non darle spazio. Bisogna anche ricostruire comunità. Le zone più rischiose sono quelle su appalti, rifiuti, grandi opere e soprattutto subappalti dove c’è meno controllo diretto: bisogna garantire la trasparenza, senza appalti al ribasso.

Il gioco d’azzardo vede numeri importanti: una macchina ogni 150 abitanti in Italia. Si inserisce dove la crisi, tra disoccupati e giovanissimi, lascia spazio. Lo Stato si assuma delle responsabilità visto che è il primo biscazziere. Sul tavolo della legalità giusto che si faccia, ma che lo si riempia di sostanza e che non sia impegno saltuario”.

BRIOZZO (PCL in sostituzione della candidata Ronzitti)

“Mi viene da sorridere su certe affermazioni di chi mi ha preceduto. Credo che noi, anticapitalisti e rivoluzionari, possiamo rivendicare un intero movimento operaio che si è opposto alle mafie, tra cui figure come Peppino Impastato. Le mafie si sviluppano grazie a un sistema di grossi capitali che si insinua nei grandi luoghi della politica, dove girano capitali. Non si combatte la mafia con la legalità borghese. Non con la criminalizzazione della manovalanza. Non con qualche spot, anche dalle galere.

Libera pone quesiti molto attuali: come si fa a non voler colpire il gioco d’azzardo? Sui beni confiscati non esulterei per 96 immobili, soprattutto se sono ancora lì. Però per le banche i soldi ci sono sempre. Bisogna mobilitarsi, muoversi dal basso, con una lotta che parta dai quartieri. Il Terzo Valico colpisce il nostro territorio in tutti i modi: poi però si scopre che è sostenuto dalla mafia. Blocchiamo le grandi opere, mangiatoie per la criminalità e per la mafia. Ricostruiamo le case popolari, contrastiamo il dissesto idrogeologico”.