Operai al lavoro in via Montanella a Prà

Genova – La Liguria continua a perdere occupazione, in contro-tendenza rispetto al resto d’Italia. A renderlo noto l’Istat che oggi ha diffuso i nuovi dati sul mercato del lavoro relativi al primo trimestre di quest’anno.
La Liguria, in controtendenza con il dato nazionale, segna con 593 mila occupati, un balzo indietro di 20 mila unità rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente con un calo del 3,3 per cento. Come evidenziano le elaborazioni di Marco De Silva responsabile Ufficio Economico Cgil Liguria, diminuiscono gli occupati maschi (- 6 mila unità), ma soprattutto le femmine (- 14 mila addette); per la componente femminile è il quinto trimestre consecutivo di calo occupazionale. Calo drastico per i lavoratori dipendenti: – 18 mila rispetto al primo trimestre 2016 suddiviso tra maschi (che passano da 235.415 a 226.697 ossia – 8 mila unità) e femmine (204.776 contro 213.710 ossia – 9 mila unità); più contenuto il calo degli indipendenti (- 2 mila) che è concentrato esclusivamente al femminile con 5 mila occupate in meno mentre la componente maschile cresce di 3 mila unità.

A subire un vero e proprio tracollo il settore delle costruzioni che perde oltre 17 mila occupati (17.440), mentre in tutto il nord-ovest l’occupazione risulta in crescita e facendo pertanto presupporre un aumento significativo del lavoro non contrattualizzato.

Infine, il dato sulla disoccupazione che cala leggermente sino al 10,7 per cento, ma solo per la componente maschile, anche perché cresce di oltre 10 mila unità il numero delle cosiddette forze potenziali di lavoro (cioè coloro che non cercano occupazione, ma sarebbero disponibili a lavorare) con un più 28.4 per cento stimato in poco più di 46 mila unità.

“Continua l’emorragia di posti di lavoro – sottolinea Federico Vesigna Segretario Generale Cgil Liguria – Nel 2016 la Liguria aveva registrato una pesante battuta di arresto, ma i dati del primo trimestre di quest’anno sono devastanti. Ci vuole un vero e proprio shock per invertire il senso di marcia e, a maggior ragione se il settore delle costruzioni è quello più in sofferenza, occorre che la Regione acceleri l’utilizzo delle risorse dei fondi europei per investire nella lotta al dissesto idrogeologico e in un grande piano per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico”.