Genova – Contenimento e controllo della presenza di cinghiali nelle aree urbane e interventi a tutela dell’incolumità pubblica, dell’igiene e della sanità. Sono questi gli obiettivi che si prefissa l’ordinanza firmata questo pomeriggio, dopo le notizie diffuse nelle ultime ore, dal sindaco di Genova Marco Bucci – su proposta degli assessori alla Sicurezza e Polizia Locale, Stefano Garassino, all’Ambiente e Rifiuti, Matteo Campora, e ai Lavori Pubblici e Manutenzioni, Paolo Fanghella – per adottare misure adeguate ad affrontare la diffusione di ungulati in zone ad alta intensità abitativa. Il fenomeno – che comporta rischi relativi alla sicurezza della circolazione e all’incolumità pubblica – si è in questi ultimi mesi ulteriormente aggravato: dall’inizio dell’anno sono infatti state 470 le segnalazioni registrate presso la Centrale Operativa della Polizia Municipale. Con la firma sulla delibera si è di fatto abrogata l’ordinanza sindacale n°425 del 1/12/2011 risalente alla precedente giunta Doria. 

Come si apprende da una nota dello stesso Comune di Genova, si è pertanto ritenuto opportuno di integrare con nuove e più strette forme di coordinamento operativo tra Comune di Genova e Regione Liguria – cui compete la gestione della fauna selvatica – la tipologia di strumenti e risorse organizzative. La nuova ordinanza stabilisce la rimozione dei cinghiali, a cura del personale preposto alla vigilanza faunistico-venatoria, coadiuvato, dove possibile, dal personale della Polizia Municipale, adottando in ogni caso le misure più efficaci e risolutive per assicurare la pubblica incolumità e la tutela della salute dei cittadini.

Il provvedimento prevede che venga garantita la sicurezza materiale delle cose e l’incolumità fisica delle persone, compresa quella degli addetti alle operazioni necessarie, evitando che la presenza di curiosi pregiudichi o comprometta le azioni. L’ordinanza permette anche l’istituzione, all’occorrenza, di un’area cautelare per assicurare la riuscita delle attività, in cui non sarà consentito a nessuno lo stazionamento o il transito con veicoli, fatta eccezione per il personale incaricato dalle competenti autorità.

Il perimetro dell’area interessata, le strade di accesso e gli spazi pubblici e privati soggetti all’uso pubblico limitrofi, quali spazi minimi necessari, verranno dunque temporaneamente e occasionalmente interdetti e per questo presidiati dalle Forze di Polizia, compreso il personale dipendente del Corpo di Polizia Municipale, senza che sia necessaria la preventiva e capillare pubblicità all’utenza e alla cittadinanza. Tra gli impegni del Comune vengono ribaditi la realizzazione di misure di prevenzione nei punti critici dove si riscontra più frequentemente il passaggio dei cinghiali e la rimozione, attraverso Amiu, dei rifiuti che rappresentano un facile richiamo per la presenza degli animali. Sempre al Comune compete il compito di sanzionare tutti coloro che offrono cibo agli animali.

Il documento ufficiale non risparmia neppure note di demerito all’indirizzo di una parte della cittadinanza genovese. Si legge infatti che alcuni residenti, “del tutto scorrettamente e contravvenendo alle norme vigenti, forniscono loro alimenti, avvicinandoli così in modo permanente alle case e aumentando, pertanto, le possibilità di accadimento di quanto sopra esposto oltrechè favorirne la proliferazione, in quanto nelle specie selvatiche la stessa è strettamente connessa alla quantità di cibo reperibile”.

Nell’ordinanza si legge peraltro che la decisione sarebbe stata motiva anche dal fatto che “gli esemplari “urbanizzati” della specie Sus scrofa, non diversamente da altri esemplari di specie selvatiche, hanno imparato a trarre la massima utilità dalla prossimità con gli insediamenti umani, sviluppando, di conseguenza, attitudini opportunistiche particolarmente spiccate, prevalenti rispetto al carattere elusivo tipico degli esemplari “silvestri”, che tendono generalmente ad evitare qualsiasi contatto con l’uomo”. Altresì si apprende dalla documentazione ufficiale firmata dal vice sindaco Balleari che un’altra delle motivazioni che avrebbero spinto alla ratifica dell’ordinanza sarebbe quella secondo cui “gli animali di affezione nelle zone interessate potrebbero essere contagiati poiché i cinghiali sono esposti e ricettivi rispetto a numerose malattie virali, batteriche e parassitarie che possono avere un notevole interesse, sia per gli animali di affezione , sia per le altre popolazioni di animali selvatici”.

Al fine di capire come procedere nelle varie situazioni – e in questo caso l’ordinanza non specifica ancora al meglio le modalità di azione – il documento, già attivo, è stato trasmesso a Prefettura, Ufficio Territoriale del Governo, di Genova, Questura di Genova, Comando Provinciale dell’Arma Carabinieri di Genova, Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova, Regione Liguria e, infine, Comando del Corpo di Polizia Municipale di Genova.