Genova – Diverse centinaia di residenti in corteo contro l’arrivo dei Migranti nell’ex asilo Govone di Multedo e un centinaio di cittadini, sul fronte opposto, solidali con chi deve arrivare.
Nessuno scontro ma tensione palpabile, questa sera, nel ponente genovese, per la nuova maxi manifestazione contro il previsto arrivo di una cinquantina di profughi nell’edificio che ospitava l’asilo dedicato alla memoria e al testamento, della nobildonna genovese che donò l’area e l’edificio con il preciso “legato” che dovesse essere destinato ai bambini.
Un “tema” cavalcato da uno dei comitati per dire no ai Migranti e che potrebbe sfociare in una complessa battaglia legale per dichiarare nullo il “lascito” della struttura e delle aree alle suore della Neve e, di conseguenza, alla Curia genovese.
Più concretamente immediato il “no” dei residenti della zona che si oppongono alla nuova “servitù” cui sarebbe di fatto oggetto il quartiere dopo decenni di Polo petrolchimico, autostrada e disagi di ogni genere.
“Siamo stufi di pagare per altri quartieri che si auto definiscono “residenziali” e che dunque non possono ospitare Migranti – protestavano i manifestanti anti Migranti – Se vogliono un posto dove metterli lo cerchino a Pegli o nei quartieri “bene” di Genova dove non risultano presenti centri di accoglienza. Eppure gli spazi e i conventi vuoti ci sono eccome”.
Un secco “no” anche all’etichetta di “razzismo” e di chiusura nei confronti di persone che hanno comunque vissuto momenti terribili nella fuga verso l’Italia.
“Non abbiamo nulla contro i profughi – spiegano i manifestanti – e rispediamo al mittente le accuse di razzismo. Noi vogliamo sapere perchè sono stati rifiutati due progetti per riaprire l’asilo, che forse non erano remunerativi, per accettare invece che l’edificio che la contessa Govone volle destinato ai bambini, diventi un centro di accoglienza per uomini adulti. Ce lo devono venire a spiegare in piazza”.

Gli animi si sono surriscaldati solo quando il corteo anti Migranti si è incontrato con quello “solidale” ai profughi e costituito da cittadini per lo più non residenti della zona.
Parole forti, qualche insulto e minaccia ma, fortunatamente, il lavoro di prevenzione e di sicurezza delle forze dell’ordine ha evitato ogni contatto. Lo “scontro” è rimasto sul piano verbale.

La manifestazione si è conclusa nel punto di partenza, ai giardini John Lennon di Multedo, dopo aver raggiunto la zona di Pegli.
I cortei si sono sciolti ma solo per tornare a organizzare nuove forme di protesta. In attesa che Prefettura e Curia chiariscano cosa si intende fare nell’ex asilo Govone.
E prima che parlino le carte bollate sul lascito della nobildonna genovese, già nelle mani della Magistratura.