La copertina del volume Genova è mia moglie

Genova – Un insieme di immagini e frasi che rievocano le canzoni di Fabrizio De Andrè. Questo è “Genova è mia moglie. La città di Fabrizio De Andrè”, il libro fotografico realizzato da Patrizia Traverso e Stefano Tettamanti con una prefazione di Dori Ghezzi ed edito da Rizzoli.

Un libro che accosta sapientemente fotografie e racconti, con aneddoti e parole dello stesso De Andrè allo scopo di far rivivere la Genova descritta nelle sue canzoni. Un dedalo di vicoli animati da personaggi di ogni tipo, ricchi e mendicanti, matti e prostitute, che da sempre sono stati i protagonisti delle opere del cantautore.

Un rapporto, quello degli autori con l’artista, iniziato tanti anni fa. Come racconta proprio Stefano Tettamanti: “La prima relazione con De Andrè è avvenuta quando eravamo ragazzini, ben più giovani di lui, ma conoscevamo a memoria tutti i suoi testi e li consideravamo una delle nostre bibbie spirituali. Poi, quando sono cresciuto, professionalmente, come agente letterario, mi sono occupato dell’unico romanzo scritto da De Andrè insieme ad Alessandro Gennari quindi ho lavorato per alcuni anni insieme a lui quindi l’ho conosciuto bene anche se negli ultimi anni della sua vita e devo dire che l’argomento principale di noi due genovesi a Milano era esclusivamente Genova. Questo mi ha dato modo di raccontare anche alcuni episodi inediti della sua vita all’interno delle schede che fanno da contrappunto alle fotografie che costituiscono il vero nerbo del libro“.

Crediamo che Fabrizio non debba essere relegato soltanto al centro storico – prosegue Patrizia Traverso – tutti pensano a lui e subito a via del Campo. Sicuramente lì ci è andato per avere degli stimoli per le sue canzoni però ha abitato ad Albaro, aveva amici alla Foce, era nato a Pegli; quindi abbiamo preso la grande Genova pensando che fosse nella sua mente sempre e che vi fosse rimasta anche una volta arrivato a Milano o in Sardegna. Abbiamo quindi fatto un percorso legato alla sua vita evidenziando dove ha abitato, dove ha studiato e un secondo legato alle suggestioni ipotizzando che quando ha scritto alcune canzoni si riferisse a determinate zone della città“.

Una lettura che vuole portare nel mondo di Faber scoprendo la città con gli occhi dell’artista che nel libro non compare mai visivamente se non in copertina, in alto. Una scelta che rafforza la suggestione di poter sentire le emozioni di De Andrè percorrendo i vicoli della città vecchia o passeggiando per Nervi e le richiama attraverso gli scatti di Patrizia Traverso, tutti realizzati a quasi vent’anni dalla sua morte.