Petrolio nell’acqua

Shanghai (Cina) – Una petroliera iraniana è affondata nel mar Cinese orientale. La petroliera Sanchi, diretta in Corea del Sud, si è scontrata con il mercantile Cf Crystal lo scorso 6 gennaio a 160 miglia da Shanghai, in Cina.

L’impatto ha dato vita ad un incendio che ha devastato la petroliera per otto giorni causando un susseguirsi di esplosioni ed il successivo affondamento.

Vane le speranze di ritrovare vivi i 32 membri dell’equipaggio della petroliera mentre sono tutti in salvo i 21 membri del mercantile. 29 marinai risultato ufficialmente dispersi mentre 3 corpi di altri tre membri appartenenti all’equipaggio sono stati recuperati.

Il personale della petroliera affondata, sarebbe stato investito da una potente esplosione avvenuta ad un’ora circa dall’impatto con il mercantile e dal rilascio di gas altamente tossico, esplosione che non avrebbe lasciato loro scampo.

Si teme, inoltre, un disastro ambientale a causa delle 136mila tonnellate di condensato ultraleggero in parte riversato in mare ed in parte, secondo gli esperti, ancora stivato nella nave.

L’Authority marittima ha spiegato che il greggio raffinato si è allargato su vasta scala ed un denso fumo proveniente dalle fiamme dello scafo non accenna a diminuire. Nell’area limitrofa alla petroliera il carico sta ancora bruciando in superficie danneggiando l’atmosfera e, per gli esperti, è presente abbastanza carburante da alimentare l’incendio per un’altra settimana.

I soccorsi dei giorni scorsi nella giornata di ieri hanno compiuto un sostanzioso passo avanti per via del miglioramento delle condizioni climatiche. E’ stata recuperata anche la Vdr, una sorta di scatola nera che contiene tutte le informazioni sulla navigazione utili a ricostruire la dinamica dell’incidente.