Maxi rissa al carcere di Marassi
Maxi rissa al carcere di Marassi

Genova – Maxi rissa tra detenuti al carcere di Marassi. A denunciarlo il Sappe, il sindacato dei lavoratori della polizia penitenziaria. Un gruppo di detenuti di origine albanese ed uno di origini latino-americane ha ingaggiata una furibonda lite senza esclusione di colpi.
Gli agenti di guardia hanno faticato non poco a riportare la situazione sotto controllo e due detenuti sono stati trasportati in ospedale per le ferite riportate. Hanno tagli su varie parti del corpo provocati con rudimentali armi che i carcerati si procurano chissà come o che fabbricano con mezzi di fortuna.
Solo pochi giorni fa il suicidio in carcere, a Sanremo, del detenuto Bartolomeo Gagliano e oggi la rissa.

Il segretario del SAPPe – sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria – Michele LORENZO evidenzia che Marassi a fronte di una capienza ottimale di 550 detenuti, ne “ospita” ben 705 dei quali 386, pari al 55%, sono stranieri e la Polizia Penitenziaria accusa una carenza che supera le 110 unità.
Secondo il Sappe l’Italia dovrebbe rimandare i detenuti stranieri nei Paesi di provenienza e dovrebbe sottoscrivere specifici accordi.
“L’evento odierno – continua il SAPP –  avrebbe potuto avere serie conseguenza in quanto al momento della maxi rissa erano presenti nel cortile passeggi quasi 200 detenuti e l’organico della Polizia Penitenziaria vedeva poche unità presenti. Comunque il loro intervento è stato tempestivo e provvidenziale per aver evitato il peggio in quanto i “rissosi” alla vista dei poliziotti hanno subito interrotto la guerriglia”.
Il SAPPe denuncia l’assenza di validi strumenti a disposizione della Polizia Penitenziaria, come ad esempio l’utilizzo di spray urticante, ma anche metal detector efficienti per il controllo dei detenuti.
“E’ indispensabile – conclude Lorenzo – assicurare la sicurezza negli istituti della Liguria, e non sono bastati i circa 1000 eventi critici che hanno segnato la Liguria nel 2014 per convincere la nostra Amministrazione ad abbandonare vecchi progetti come la sorveglianza dinamica che non può più essere applicata in un sistema penitenziario contrassegnato da continui episodi che ne mettono in discussione la validità. Attendiamo, fiduciosi, un intervento dei politici liguri sulle criticità delle carceri della Regione da noi più volte rappresentate”.