Enrico Musso su Paita indagata
Enrico Musso su Paita indagata

Genova – “Con Raffaella Paita presidente si rischia di tornare presto al voto”. Ne è convinto Enrico Musso, candidato di Liguria Libera alla presidenza della Regione Liguria.
Secondo il senatore Musso, infatti, qualora la candidata Raffaella Paita venisse eletta e poi condannata, la Liguria dovrebbe subito tornare al voto poichè Paita verrebbe dichiarata “decaduta” secondo le attuali normative.
“Il Pd seriamente è pronto a prendersi la responsabilità di far eleggere un presidente della Regione che potrebbe decadere se condannata? – si domanda Enrico Musso – Non mi permetto di entrare nel merito di un’indagine sulla quale sta lavorando la magistratura che avrà documenti e carte necessarie alla notifica di un avviso di garanzia, tuttavia la responsabilità politica di quanto successo a Genova e non solo è da imputare a Raffaella Paita e soprattutto al suo partito che ha governato la Liguria negli ultimi dieci anni. Il dissesto idrogeologico della Liguria è nei fatti e dimostrabile anche senza l’intervento dei pubblici ministeri. Vorrei però portare l’attenzione sulle conseguenze di una possibile condanna dell’attuale assessore con delega alla Protezione Civile”.
Secondo il candidato Musso, infatti, con la legge Severino, in caso di condanna, se Raffaella Paita fosse Governatore decadrebbe automaticamente dall’incarico.
“Oltre all’opportunità per la nostra regione di essere governata da un presidente sotto indagine  – spiega ancora Enrico Musso – si potrebbero creare problemi di gestione amministrativa e i liguri sarebbero chiamati nuovamente al voto con ulteriore spreco di soldi pubblici. Una inaccettabile forma di egoismo politico da parte del Pd”.
Il senatore Musso tiene anche a sottolineare come il movimento di Liguria Libera, in forte discontinuità dai partiti nazionali e tradizionali, abbia adottato il metodo delle liste pulite: nessun indagato sarà in squadra.
Inoltre, i “gialli” hanno stilato un codice etico che prevede l’impegno degli eletti a dimettersi dai propri incarichi istituzionali in caso di condanna penale definitiva e ad autosospendersi in caso di condanna per sentenza di primo grado.
“Anche su questo tema vogliamo rappresentare una novità per la Liguria – conclude Musso -. Abbiamo rinunciato ad accordi con altri schieramenti nel solo interesse di voler garantire il nostro territorio con persone innamorate della nostra regione e trasparenti, che non facciano dell’attività politica una loro ambizione professionale”.