Roma – “Interventi nei Paesi d’origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia”: sono questi gli impegni concreti per i quali il Presidente del Consiglio Matteo Renzi chiederà la collaborazione dell’Europa nel corso del prossimo Consiglio Europeo straordinario sull’immigrazione in programma a Bruxelles giovedì prossimo. “Ieri per la prima volta l’intera Europa si è mostrata attenta e solidale – ha scritto il Premier su Facebook – con alcuni impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio di giovedì. Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l’Europa sarà un primo passo. Ma la strada da fare è ancora tanto lunga”.

Intanto a spiegare più dettagliatamente il nuovo obiettivo del Governo italiano per arginare l’emergenza immigrazione ci ha pensato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, intervenuto migranti barconeal programma Di Martedì su La7. “La nostra richiesta – ha spiegato Alfano – è chiara: ottenere azioni mirate nei confronti della Libia, nei confronti dei trafficanti che sono i nuovi schiavisti del XXI secolo. Affondare i barconi degli scafisti significa stroncare la più macabra agenzia di viaggio della storia. Noi – ha sottolineato Alfano – da soli non possiamo farlo. Andare lì con le nostre navi senza autorizzazione internazionale sarebbe una dichiarazione di un atto di guerra, per questo è in corso un negoziato con Onu e Ue. Su come affondare i barconi – ha aggiunto Alfano – si deciderà in sede internazionale. Noi siamo pronti a fare quello che serve, lo possiamo fare anche noi, ma vogliamo coinvolgere una coalizione internazionale. Accanto a questa azione contro gli scafisti verranno poi creati campi profughi al di là del Mediterraneo, con il consenso dei Paesi ospitanti, in modo di fare lì lo screening su chi ha diritto all’asilo e chi no, e quelli che hanno diritto devono essere distribuiti in tutti i 28 Paesi dell’Unione Europea”.