Napoli -Venivano scassinate, svuotate dei resti mortali che vi si trovavano all’interno, e poi rivendute all’insaputa dei titolari. Le vecchie cappelle mortuarie erano diventate un ‘business’ redditizio, al centro di un macabro ‘traffico’ che avveniva nel cimitero di Poggioreale, a Napoli, scoperto dalla Guardia di Finanza.

I soggetti coinvolti sarebbero in tutto 17, tra cui imprenditori del settore funerario e un notaio ora destinatario di una misura cautelare di sospensione dell’attività per 6 mesi, mentre il danno patrimoniale per il Comune di Napoli sarebbe stimato complessivamente intorno ai 3.200.000.

Le indagini che hanno portato a scoprire il giro di truffe sarebbero partite dopo la segnalazione di una famiglia partenopea che si sarebbe recata in visita ai parenti defunti dopo un lungo periodo fuori città, trovando però, inspiegabilmente, la cappella di famiglia lussuosamente ristrutturata e chiusa con un cancello nuovo di zecca.

Le cappelle da ‘rivendere’ venivano segnalate da alcuni informatori che indicavano quelle abbandonate da tempo, che non ricevevano più visite da parecchio tempo, e che quindi probabilmente non sarebbero mai state reclacimitero tombamate.