Lugano – Contro guardoni e pedofili fotografie vietate nelle piscine. Accade in Svizzera, il regno della privacy, dove i divieti, con l’inizio della stagione estiva, fioccano. In questi giorni – come riferisce il sito ‘Ticinonline‘ – molti stabilimenti elvetici hanno deciso di bandire l’utilizzo di macchine fotografiche e smartphone al fine di evitare episodi spiacevoli,  comportamenti invadenti o, ancor peggio, molestie. Come  racconta Beat Wütrich, responsabile di uno dei più frequentati stabilimenti di Berna: “C’è stato chi si è arrampicato sugli alberi per fotografare le ospiti nude della piscina per sole donne“.

Le misure anti-guardoni sono diventate così più restrittive. A Zurigo, del resto, già dal 2003, è necessaria l’autorizzazione per scattare foto nelle piscine. Restrizioni simili sono state adottate nel 2008 anche a Berna. Non mancano le eccezioni. E’ il caso di Lugano dove i divieti riguardano, finora, pochissime strutture. Capita così che un problema assolutamente irrilevante per un Paese indisciplinato come l’Italia, sia oggetto – in Svizzera – di discussioni e dibattiti.  Teorico della tolleranza zero il politico Bernhard Guhl: “Solo vietando del tutto i cellulari in piscina – spiega – terremmo donne e bambini al sicuro dai guardoni“. L’uso continuo dei cellulari, fanno notare i proibizionisti, investe anche il problema della sicurezza: “Arriveremo al punto – dice il direttore degli stabilimenti comunali di San Gallo – in cui un bambino annega, perché il bagnino è impegnato a requisire il telefono a suo padre“.

Fabio Tiraboschi