Incendio al carcere di Marassi
Incendio al carcere di Marassi

Genova – Sono 5 gli agenti di polizia penitenziaria rimasti intossicati, questa mattina, nell’incendio divampato in una cella. Un detenuto con problemi psichiatrici, già protagonista di diversi episodi di pericolo per sè stesso e per gli agenti, ha dato fuoco ad un materasso.
All’interno della cella si è subito sviluppato un denso fumo nero che ha invaso i locali rendendo l’aria irrespirabile.
Subito sono accorsi 5 agenti di polizia penitenziaria che hanno spento il rogo con idranti ed estintori ma hanno respirato a lungo i vapori intossicanti e ne hanno pagato le conseguenze.
Fortunatamente l’intervento tempestivo degli agenti ha evitato che le fiamme si propagassero ad altri reparti e celle ma la situazione all’interno del carcere è ancora una volta all’attenzione del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria.
“Più volte – afferma il SAPPe della Liguria – abbiamo denunciato situazioni estreme di gestione della popolazione detenuta senza che nessuno ci abbia mai ascoltato ed il pericolo che deriva non è più preventivabile. E’ illogico concentrare detenuti con problemi psichiatrici nelle sezioni detentive con detenuti comuni”.
“Il caso in questione – spiega il segretario del Sappe, Michele Lorenzo – riguarda un detenuto straniero affetto da problemi psichiatrici che ha già causato più di 80 eventi critici come danneggiamenti alle celle e, come in questo caso, incendi. Ci risulta inoltre, che sia affetto anche da ulteriori gravi malattie”.

Secondo il Sappe appare evidente l’incompatibilità con il regime penitenziario ma non è stata trovata nessuna soluzione per una collocazione diversa.
“E’ grave tutto questo – spiega ancora Lorenzo – ed è grave l’indifferenza al sistema penitenziario ligure che dovrebbe essere a garanzia della sicurezza e non incrementare lo stress psicofisico alla polizia penitenziaria che, specialmente a Marassi, vede una carenza di 123 unità con una presenza detenuti che supera le 660 unità”.
Il SAPPe ligure ha inviato una nota ai vertici dell’amministrazione penitenziaria illustrando le criticità di tutti gli istituti della regione, chiedendo l’istituzione di un tavolo tecnico da dove devono provenire concrete soluzioni a favore della Polizia Penitenziaria che opera in sottorganico senza mezzi e corsi di formazione per affrontare le criticità quotidiane, tirando in causa il presidente della regione Liguria, competente per la medicina penitenziaria.