Genova – “Riteniamo necessaria la convocazione urgente da parte della Prefettura del tavolo di coordinamento immigrazione, con tutti i sindaci dei maggiori Comuni liguri, i quattro prefetti e un rappresentante del governo Renzi che venga a spiegare, con chiarezza e mettendoci la faccia, dove trovano le risorse per profughi e clandestini e anche a sentirsi dire che in Liguria c’è un forte allarme sociale e che non c’è più posto per accviale toti salviniogliere nessuno”. E’ quanto chiede Sonia Viale, vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla sicurezza e all’immigrazione. “L’omicidio di Savona dopo una rissa tra immigrati e il rapimento di una bambina a Cairo Montenotte a opera di un ‘profugo’ già noto alle forze dell’ordine sono episodi che denunciano chiaramente il grado di pericolosità e rischio di scontri sociali nei quali si trova il nostro territorio, conseguenza diretta dei continui sbarchi che il governo non è capace di fermare”, sottolinea l’assessore secondo la quale “non si può più rimandare un confronto per risolvere una situazione che rischia di diventare insanabile e di trasformarsi in una vera e propria polveriera sociale, pronta a esplodere da un momento all’altro anche in Liguria”. “La Regione Liguria non lascerà soli i sindaci ad affrontare questa situazione che ha assoluto bisogno di un coordinamento sul territorio e di una gestione senza autoritarismi verso i primi cittadini e i residenti”, osserva Viale sottolineando che “mentre il governo taglia i finanziamenti per la salute dei cittadini sull’accoglienza l’esecutivo recupera le risorse come da un pozzo senza fondo, destinando a chi gestisce l’accoglienza 34 euro al giorno per ogni presunto profugo”. Secondo Viale non si può rischiare “che la bomba sociale esploda, né scaricare esclusivamente sulle forze dell’ordine presenti sul territorio la gestione di un fenomeno che mette a serio repentaglio la sicurezza pubblica, soprattutto in quei quartieri dove maggiore è la presenza di immigrati o in quei piccoli Comuni dell’entroterra dove l’accoglienza di profughi ha raggiunto presenze significative sproporzionate alla popolazione residente”.