Kazan – L’Italia perde la finale per il 3° posto. La Grecia s’impone 11-9 dopo i tiri di rigore conquista il bronzo mondiale ed il pass per le Olimpiadi di Rio. Nella finale per il primo posto, la Serbia è d’oro: strapazza la Croazia 11-4 (2-2, 0-3, 2-2, 0-4). Dunque cala il sipario su questa edizione dei Campionati mondiali, che l’Italpallanuoto ha disputato con molte ombre. Certamente la Grecia non è stato un avversario semplice per il sette di Campagna. Ma come già accaduto in questa competizione gli azzurri hanno dovuto rincorrere il risultato riuscendo con grande sofferenza a trovare il pari a 4’26” dal termine della gara. E poi realizzare solo 2 superiorità numeriche su otto concesse, significa che palesemente qualcosa in attacco non ha ancora una volta girato. Quindi ancora una volta ecco la lotteria dei rigori: gli ellenici, senza dubbio più scafati degli azzurri hanno conquistato la vittoria finale. Fatali per il Settebello gli errori dei debuttanti Velotto e Di Fulvio. Paghiamo così dazio per aver ringiovanito la squadra, per aver rinunciato al mancino, e, nell’ultima gara, per non aver avuto dai più anziani quel colpo di reni necessario per raggiungere la vittoria finale. Emblematica la dichiarazione a fine gara di Matteo Aicardi, che ai microfoni RAI (la FIN ben si è guardata di scriverlo nel report sul proprio sito, ndc) ha palesemente rimarcato che in attacco si è sentita la mancanza del mancino. Abbiamo fin dall’inizio del mondiale criticato questa scelta del Ct azzurro, ci siamo illusi nella gara con l’Ungheria che forse ci poteva anche stare tale scelta. Dopo l’insulsa prova contro la Serbia e la sconfitta di questa sera con la Grecia, siamo sempre più convinti che l’aver portato un difensore in più a scapito del mancino sia stata un azzardo pagato a caro prezzo. Dubbi anche sulla scelta dei difensori: discutibile lasciare a casa Figari del Recco per avere fra i tredici il bresciano (ancora troppo acerbo) Nicolas Presciutti ed il giovane napoletano Velotto. Adesso per andare a Rio rimane il pass messo in palio ai campionati d’Europa e quelli che si potranno staccare nel torneo di qualificazione in programma a Trieste.
Così il CT azzurro Sando Campagna a fine gara: Le dichiarazioni del cittì Campagna: “La prestazione è stata buona, avremmo anche potuto vincere nei tempi regolamentari con un po’ di cattiveria e cinismo in più. Paghiamo l’esperienza. Ma lo sapevamo. Siamo in fase di costruzione e comunque siamo arrivati tra i primi quattro al mondo. Abbiamo realizzato bei gol ad uomini pari; alla fine c’è mancato un pizzico di fortuna”. Campagna parla di fortuna: ma guardano Serbia – Croazia a tutto si può pensare tranne che alla fortuna.

Grecia-Italia 11-9 dtr (7-7)
Grecia: Flegkas, Mylonakis 1, Dervisis, Genidounias, Fountoulis, Pontikeas, C. Afroudakis 1, Delakas, Mourikis 1, Gounas 1, Kolomvos, Vlachopoulos 3, Galanopoulos. All. Vlachos.
Italia: Tempesti, F. Di Fulvio 1, Velotto 1, Figlioli 2, Giorgetti, A. Fondelli 1, Giacoppo, N. Presciutti, N. Gitto, S. Luongo, Aicardi 2, Baraldi, Del Lungo. All. Campagna.
Arbitri: Alexandrescu (ROU), Koryzna (POL).
Parziali: 1-0, 2-2, 4-4, 0-1.
Note: usciti per limite di falli nel IV tempo Fountoulis (G), Gitto (I). Nel primo tempo Giorgetti (I) sbaglia tiro di rigore (traversa). Superiorità num.Grecia 4/10, Italia 2/8. Spettatori 3000 circa. Sequenza dei rigori (2-4): Figlioli (I) gol, Afroudakis (G) gol; Velotto parato, Fountoulis (G) gol; S. Luongo gol, Mylonakis gol; F. Di Fulvio parato, Vlachopoulos gol.

Nella foto di Giorgio Scala (Deepbluemedia) Pietro Figlioli

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