Sabina Guzzanti contro gli stabilimenti balneari
Sabina Guzzanti contro gli stabilimenti balneari

Albissola Marina – Sabina Guzzanti allontanata in malo modo dalla spiaggia di uno stabilimento balneare perchè non voleva pagare il biglietto per accedere ai 5 metri di battigia che sono liberi e aperti a tutti.
Una vera e propria battaglia di principio quella scoppiata alla vigilia di Ferragosto tra l’attrice-regista-comica Sabina Guzzanti e i gestori di un noto stabilimento balneare di Albissola Marina, nel savonese.
L’attrice romana era in spiaggia con il proprio cane nella spiaggia libera e passeggiando ha “sconfinato” nel tratto di arenile in concessione allo stabilimento.
Dopo essersi fermata “entro i 5 metri” dal bagnasciuga, però, avrebbe steso un asciugamano e si sarebbe seduta facendo intervenire i gestori che le hanno chiesto di andarsene.
Secondo alcuni ne sarebbe sorto un violento alterco con Sabina Guzzanti che rivendicava il diritto di transitare e sostare nei 5 metri di battigia di libero accesso e i gestori che sostenevano che il libero passaggio non comprende il diritto di stendere un asciugamano e, inoltre, l’accesso alle spiagge è vietato ai cani se non nei tratti dove questo è espressamente concesso.
Litigio furibondo o meno, cacciata o “ritirata” che sia, di certo cè che Sabina Guzzanti ha pubblicato uno sfogo sulla sua pagina Facebook nel quale si scaglia contro la libertà negata dell’accesso alle spiagge.
Non è dato sapere se i due fatti siano collegati ma la “coincidenza” potrebbe non essere tale.
Questo quanto scritto da Sabina Guzzanti su Facebook.
” Sono cresciuta sapendo che la spiaggia è di tutti. Nessuno può chiudere gli accessi al mare e a 5 metri dalla riva.
Oggi la regola è stata interpretata diversamente. Non si può sostare, non si può mettere un asciugamano sulla sabbia. Si può solo transitare. Questo perché i nostri corrottissimi politici hanno venduto le nostre spiagge. Hanno venduto le nostre spiagge a chi ha garantito loro la tangente più grossa. Il vitalizio, l’accordo più conveniente. A noi non è arrivato un soldo, nessun beneficio, anzi, come in tutte le privatizzazioni. Riescono a impedirti di utilizzare la parte pubblica di una spiaggia con la scusa che ostacoleresti eventuali operazioni di soccorso. Una presa per il culo pura e semplice. Sta volta l’ipotesi dell’emergenza addirittura viene chiamata in causa. In questo caso secondo voi cosa significa legalità? Rispettare una legge ingiusta o ribellarsi? Io ho scelto la seconda. Ho detto alla ligia burocrata che è venuta a importunarmi chiedendomi di andarmene, che poteva chiamare i vigili se voleva o la polizia, ma non poteva rivolgermi la parola. Ho pure cercato di spiegarle che dovevo prendere il treno ed ero venuta a fare giusto un tuffo, ma la petulante applicatrice dell’ingiustizia legalizzata, voleva insegnarmi a vivere.  Voleva che riconoscessi il fatto che il suo padrone era padrone della spiaggia e del mare. L’ho pregata di sparire perché altrimenti pur di mostrarle la mia ostilità sarei rimasta lì e avrei perso il treno. La stronza si è fatta un po’ più in là. Anche qui se fossimo in tanti a dire che le spiagge non si vendono, i nostri aspiranti colonizzatori batterebbero in ritirata.
Ce le vedete le questure piene di di cittadini in costume da bagno?”.
Lo sfogo di Sabina Guzzanti ha subito infuocato il web con favorevoli e contrari all’ingresso dei cani sulle spiagge e tanta solidarietà per la polemica sulla chiusura delle spiagge al pubblico.