Teoria Gender fa discutere
Teoria Gender fa discutere

Savona – Continua a suscitare un forte dibattito la decisione della Regione Liguria di bandire dai programmi scolastici la cosiddetta “Teoria Gender”. Dopo il botta e risposta tra Maggioranza di centro destra e opposizione, anche l’UAAR, l’unione degli atei, agnostici e razionalisti della Liguria scende in campo contro le scelte fatte.

“L’approvazione dell’Odg non avrà alcun effetto pratico vista l’autonomia scolastica e la libertà d’insegnamento, ribadita autorevolmente dal Ministro della Pubblica Istruzione –
spiega Nicola Caprioni, portavoce UAAR – Al grido di battaglia “Crocifisso e Tricolore, valore per cui è giusto vivere e morire”, il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato con un solo voto di maggioranza la sua santa crociata contro il temibile “gender”, il mostro che si aggira per le aule scolastiche di tutta Italia e che incute terrore a preti, bigotti e persone ignoranti”.

Uaar vorrebbe chiarire che cosa è questo “Gender” che scatena feroci polemiche tra favorevoli e contrari ma che, soprattutto, è accompagnata da tanta disinformazione e vera e propria ignoranza dei fatti.

“La parola “Gender” – spiega Caprioni – in inglese significa semplicemente Genere, lo hanno inventato i suoi detrattori e si riferisce semplicemente a un programma educativo rivolto soprattutto ai bambini, per insegnare una cultura antidiscriminatoria tra razze, culture, religioni e soprattutto sessi diversi. Il fine è quello di avere generazioni in cui le disparità tra uomo e donna, le discriminazioni verso le donne e la loro relegazione ad un ruolo subalterno all’interno della famiglia e nella società siano finalmente bandite, così come siano bandite le persecuzioni contro gli omosessuali, le persone di colore o quanti non sono cattolici”.

Tutto, secondo l’UAAR è nato dalla storia di un libricino figurato in cui, molto innocentemente, due genitori narravano della crescita di due gemelli, un maschio e una femmina, cresciuti insieme e abituati a giocare con gli stessi giocattoli, senza particolare distinzione tra giocattoli maschili e femminili.

“Basta questo e anche meno – prosegue Caprioni – perché un sacco di bugie, allarmismi, falsità clamorose vengano messe in giro da ambienti clericali e da politici in cerca di voti tra i soliti “bacchettoni”. La Chiesa ha paura di perdere il suo controllo sui bambini, fatto col battesimo, il catechismo, le comunioni e sulle famiglie, continua ad alimentare una visione della donna come subalterna all’interno della famiglia tradizionale ed una visione omofoba. La maggioranza di destra, che ha preso la maggioranza dei seggi in consiglio regionale, pur senza avere la maggioranza dei voti dei cittadini liguri, ha presentato una mozione al consiglio regionale perché la teoria del “Gender”, che peraltro non esiste, sia bandita da tutte le scuole della Regione”.

Contemporaneamente, sempre secondo l’UAAR, la maggioranza del presidente Toti ha approvato un ordine del giorno per la salvezza e il supporto economico agli oratori, “aggiungendo – precisano all’UAAR – un pò di denaro, pagato dalle tasche dei cittadini liguri ai miliardi pubblici, che già “ingozzano” le casse ecclesiastiche a forza di 8 x mille, esenzioni IMU e TASI, stipendi agli insegnanti di religione, pensioni al clero, pagamento dei cappellani militari e di polizia, ai preti nelle carceri e negli ospedali, contributi all’edilizia religiosa e via dicendo per un totale di oltre 6 miliardi di Euro l’anno”.

Lo stesso ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, ha ripetuto instancabilmente che la storia del “Gender” “è una colossale truffa ai danni della società e che non esiste nessuna teoria gender”.

“Ma allora che cosa hanno bandito Toti e le sua maggioranza? – si domanda l’UAAR . Non hanno bandito nulla, “anche perché non hanno poteri reali sui programmi scolastici che sono di pertinenza del ministero della pubblica istruzione e non delle regioni”.