Palazzo Lercari in via Garibaldi
Palazzo Lercari in via Garibaldi

A Genova si aggirerebbero anche i fantasmi di donne aristocratiche che patirono in vita sofferenze fortissime e che decisero di togliersi la vita.
E’ il caso della marchesa Anna Schiaffino Giustiniani che, secondo la tradizione, si gettò da una finestra di Palazzo Lercari, in via Garibaldi, per l’amore non ricambiato per Camillo Benso, il futuro conte di Cavour.

I fatti avvennero nel 1841, a breve distanza dal tristemente noto “Sacco di Genova” ad opera dei Bersaglieri comandati dal generale La Marmora, inviato da re Carlo Alberto per soffocare nel sangue la “vile e infetta razza di canaglie”
Anna Schiaffino, detta Nina, morì suicida, lasciando in testamento una lettera destinata a Camillo Benso e nella quale racconta di un’esistenza cupa e buia, spesso lontana da Genova e vissuta in segreto, tra salotti filo-repubblicani e sentimenti non ricambiati.

marchesa Anna Schiaffino suicida in via Garibaldi
marchesa Anna Schiaffino suicida in via Garibaldi

Nina legò a filo doppio il suo spirito filo-repubblicano non solo con l’epilogo del suicidio, ma anche con l’amore non ricambiato per il funzionario del Regno di Sardegna.
Basterebbero le parole di chiusura dell’ultima lettera scritta da Nina a Camillo per capire quanta angoscia la abbia turbata: “Perché per me la mia felicità risiede in un altro? E perché quest’altro è Camillo? Camillo! Ah Camillo!”

Chiunque si troverà dunque a passare per via Garibaldi dovrà dunque domandarsi da quale finestra Anna Schiaffino abbia deciso di togliersi la vita: gli basterà arrivare al civico tre e alzare la testa. Da lì Nina si gettò.
La via si bagnò di sangue, e Nina, dopo un’agonia durata tre giorni, l’infelice marchesa riuscì nell’intento di strappare se stessa a una vita troppo crudele e a famiglie aristocratiche che la giudicavano con disprezzo.
La giovane Nina subì anche l’onta dell’emarginazione della famiglia al momento della morte. Il suicidio e lo scandalo per la lettera convinsero i familiari a non seppellirla nella tomba di famiglia e a relegarla in un altro luogo, bandita dagli affetti e dal rispetto dai suoi stessi familiari.
Ancora oggi, per chi ci crede, la silenziosa e monumentale via Garibaldi nasconde segreti di un passato oscuro e tormentato, di uno spirito suicida e di una storia che non tutti conoscono: ecco perchè secondo gli appasionati del genere, il fantasma di Nina spesso fa ritorno, per ricordarci quante amare realtà contraddistinsero la sua vita e quanti sanguinosi segreti custodiscano le omertose vie di Genova.

Camillo Benso, conte di Cavour
Camillo Benso, conte di Cavour