Facebook e normativa trattamento dati
Facebook e normativa trattamento dati

Facebook usa le nostre informazioni a scopo commerciale?
Cede a terzi i contenuti che condividiamo quotidianamente?
Esiste un modo per tutelarsi dal “furto della proprietà intellettuale”?
Se io pubblico una foto di mia figlia, Facebook e le aziende connesse al gigante blu, possono usarla?

Queste ed altre mille domande simili risuonano ovunque: per strada, al lavoro, a scuola e ovviamente in rete.
Il dibattito esiste da sempre e sempre esisterà e da anni gli esperti in materia ed addetti ai lavori organizzano convegni dedicati al tema con pareri ovviamente in pieno contrasto.

Da una parte si schierano i sostenitori del “liberi tutti”; ciò che è condiviso pubblicamente, automaticamente diventa ricondivisibile e utilizzabile da chiunque per qualunque ragione o scopo.

Sull’altra sponda invece si posizionano i difensori del diritto: il post è mio e lo gestisco io!

Ciclicamente sui profili di moltissime persone appaiono delle dichiarazioni finalizzate a proteggere i propri contenuti dallo sfruttamento ed in questi giorni circola il seguente lapidario monito:

Attenzione!!!!
A partire da oggi, 6 Novembre, 2015 alle ore 06:44 ora italiana, non concedo a Facebook (e/o agli enti associati ad esso) il permesso di usare le mie immagini, informazioni o pubblicazioni, sia del passato che del futuro.
Per questa dichiarazione, ricordo a Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o intraprendere qualsiasi altra azione contro di me, (in base a questo profilo e/o il suo contenuto).
Questo profilo contiene anche mie informazioni private e riservate. La violazione della privacy può essere punita dalla legge (UCC 1-308-1 1 308-103 e lo statuto di Roma).
Nota: Facebook è ora un’entità pubblica x cui tutti i membri dovrebbero pubblicare una nota come questa sul loro profilo personale.
Se preferisci, puoi copiare e incollare questa versione.
Se non pubblichi questa dichiarazione (almeno una volta), per tacito “silenzio-assenso” permetterai l’uso delle tue foto, così come le informazioni contenute nei tuoi “aggiornamenti di stato” del profilo.
Non condividere!… Devi copiare e incollare!

Vi sono strenui sostenitori dell’utilità di questa auto certificazione di libertà digitale, altri che più blandamente, copiano e incollano il messaggio sulla bacheca “che tanto non costa nulla”.
Ma è davvero sufficiente scrivere “non ti permettere di usare una mia foto o ti denuncio” per diventare liberi cittadini digitali?

Lo abbiamo chiesto a Facebook stesso, che in merito lascia pochissimo spazio all’interpretazione, avendo messo nero su bianco tutto quello che serve per capire come stanno le cose.

Esistono diverse pagine dedicate alla privacy ed al diritto d’autore.

La prima ci rassicura con un verdetto garantista Il controllo è nelle tue mani dove in maniera elegante e ben colorata, si trovano raggruppati i macro settori esplicativi.

Proseguendo nell’approfondimento arriviamo raggiungiamo in pochi click la normativa sui dati, nella quale, sotto forma di domande e risposte vengono illustrate tutte le condizioni di utilizzo.

Per gli amanti del “legalese” puro invece, in grado di decifrare le terminologie puramente giuridiche ecco il terzo livello: i termini legali veri e propri.

Alcuni esperti in materia di diritto legale informatico, dopo aver analizzato tutti i suddetti paragrafi sono giunti ad una  comune conclusione: non c’è auto dichiarazione copia e incolla che tenga; tutto quello che si trova su Facebook è di Facebook e l’unica reale possibilità di salvezza dall’eventuale sfruttamento delle nostre “proprietà intellettuali” è la non condivisione delle stesse. La policy infatti parla chiaro:

Per quanto riguarda i contenuti protetti dal diritto di proprietà intellettuale, ad esempio foto e video (“Contenuti PI”), l’utente ci concede le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e alle impostazioni delle applicazioni: l’utente ci fornisce una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l’utilizzo dei Contenuti PI pubblicati su Facebook o in connessione con Facebook (“Licenza PI”). La Licenza PI termina nel momento in cui l’utente elimina il suo account o i Contenuti PI presenti nel suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati.

Ai singoli quindi spetta l’ardua decisione sul da farsi, ma il coltello dalla parte del manico lo tiene Mark Zuckerberg.