Roma – Costringevano giovani nigeriane a prostituirsi e se restavano incinta le facevano abortire anche contro la loro volontà con coctail di farmaci ed alcol. La denuncia di una giovane cittadina nigeriana ha permesso di scoprire e bloccare una banda di sfruttatori connazionali che gestivano un vero e proprio traffico di esseri umani dalla Nigeria sino all’Italia attraverso la rotta che passa per la Libia e la Sicilia.
Sette le persone arrestate dalla polizia che ha scoperto che le ragazze venivano convinte a partire per l’Italia con inganni e raggiri e con la falsa promessa di un lavoro regolare nel nostro Paese e poi venivano assoggettate con riti wodoo che le costringevano a restituire le somme anticipate dagli sfruttatori per arrivare in Italia.
La banda gestiva il viaggio dalla Nigeria alla Libia e qui, grazie all’aiuto di bande locali di sfruttatori dei migranti, si imbarcavano per attraversare il Mediterraneo.
Una volta in Italia scoprivano di non avere alcun lavoro e venivano costrette a vendere il loro corpo per restituire il denaro sotto la minaccia del wodoo ma anche di ben più serie minacce per la vita dei familiari.
La giovane ha raccontato alla polizia che la banda l’aveva costretta ad abortire quando è rimasta incinta di un cliente. La “maman” le ha fatto bere una pozione a base di farmaci e alcool che l’ha quasi uccisa.
I malviventi avevano scaricato la donna davanti ad un ospedale quando si sono resi conto che le sue condizioni erano gravissime.
Fortunatamente i medici le hanno salvato la vita e lei è riuscita a trovare la forza di denunciare l’orrore della sua vita in Italia.