Nela foto, la Procura di Savona
Nela foto, la Procura di Savona

Savona – Questa settimana a pulire aule e uffici della Procura di Savona non sono stati solamente gli addetti ai servizi di pulizia, ma anche i pubblici ministeri.
La notizia, per quanto bizzarra, arriva dalla Procura savonese e dipinge una situazione non proprio delle migliori, soprattutto se si tiene conto anche delle proteste e degli scioperi che gli addetti alle pulizie hanno messo in atto a causa dei mancati pagamenti delle loro prestazioni lavorative.
Gli addetti della “Puliart”, ditta di Piacenza vincitrice dell’appalto per la pulizia delle strutture comunali savonesi, tra cui anche la sede della Procura, hanno scioperato già il 10 febbraio scorso a causa del mancato pagamento di alcune mensilità e della mancata ricezione delle buste paga da parte dell’azienda piacentina, sollecitata più volte dal Comune di Savona a versare il denaro dovuto ai dipendenti, operativi sia in strutture comunali sia all’interno del Tribunale.

La decisione di alcuni pubblici magistrati e procuratori, forse anche per manifestare la loro solidarietà nei confronti di tutti quegli addetti che da dicembre scorso non percepiscono stipendio, è stata quella di impugnare scopa e paletta per pulire le aule e gli uffici, in attesa di una ripulita già da qualche giorno.

La motivazione di queste precarie pulizie, oltre alla già citata mancanza di contributi salariali, è da imputare anche al monte ore coperto dalla Puliart, che non consente un’adeguata azione di pulizia all’interno del Tribunale savonese e che in qualche modo “obbliga” gli stessi magistrati e gli stessi procuratori a rimboccarsi le maniche e gestire una situazione problematica dannosa per tutta la struttura.