borzoneGenova – Scoprire la pittura di Luciano Borzone e vederne dal vivo i lavori vuol dire immergersi completamente nella cultura raffinata del ‘600 genovese ed incontrare un pittore ma anche incisore musicista e poeta che ha fatto della cultura la sua arma vincente.

Borzone, se vogliamo, è tra i nomi meno conosciuti del panorama artistico italiano ma non ha assolutamente nulla da invidiare ai pittori maggiormente ricordati.

Nato a Genova nel 1590, venne avviato agli studi letterari che scelse però di abbandonare in favore della pittura, soprattutto grazie all’influenza ed alla frequentazione dello zio Filippo Bertolotto, pittore e fratello della madre.

La svolta nella sua formazione avvenne con l’entrata nella scuola di Cesare Corte, avvenuta grazie all’interesse di Alberico I Cybo Malaspina, principe di Massa. All’interno della scuola conobbe Giovanni Carlo Doria, committente di diverse opere, che seguì a Milano agli inizi del 1614 come consulente d’arte.

L’ambiente artistico della città meneghina catalizzò l’attenzione di Borzone che venne in contatto con l’arte lombarda ed ottenne diverse commissioni.

Al rientro da Milano, Luciano scelse di aprire una bottega tutta sua, specializzata nel ritratto sia in grande sia in piccolo formato.

Intensissima la sua attività artistica, che nel corso degli anni toccò diversi soggetti, molti dei quali letti in libri diffusi in città ed oggi completamente sconosciuti come nel caso della tela dedicata alla “Conversione di Santa Caterina d’Alessandria”, ispirata ad un testo che circolava a Genova nel 1300.

Tante sono le opere che meriterebbero di essere ricordate e raccontate, ma ancora per due giorni, a Palazzo Lomellino a Genova, è possibile visitare la straordinaria mostra “Luciano Borzone. Pittore vivacissimo nella Genova di primo Seicento”, mostra curata dalla dottoressa Anna Manzitti, storica dell’arte e dottore di ricerca presso il DIRAAS dell’università di Genova.

Un allestimento suggestivo che si inserisce all’interno delle stanze affrescate dallo Strozzi nel 1623 e che permette di scoprire l’arte di Borzone partendo da quelli che sono stati i suoi colleghi più vicini fino ad arrivare a gettare uno sguardo sulla sua carriera da incisore.

Venti quadri che sicuramente portano a conoscenza di una grande mano artistica come quella, appunto, di Borzone ma che parallelamente consentono di capire e comprendere meglio l’ambiente culturale genovese nella prima metà del ‘600.

Molti dei quadri che costituiscono il percorso della mostra vengono esposti per la prima volta. Straordinaria la “Negazione di Pietro”, una tela di collezione privata in cui si mischiano le mode con un richiamo a Caravaggio ed alla “Vocazione di San Matteo”, o ancora la grande tela che racconta la storia dell’anello di Policrate.

Per i due giorni conclusivi, la mostra, che ha visto l’ingresso di ben tremila visitatori, sarà accessibile dalle ore 11 alle ore 18. E’, inoltre, prevista una visita guidata alle ore 16 e 30 con la dottoressa Manzitti.