Festa della donna, al via il progetto "Soffia via la violenza"
Festa della donna, al via il progetto “Soffia via la violenza”

Genova – In occasione della festa della donna, il “Cerchio delle Relazioni – Centro Antiviolenza Mascherona” (clicca qui per sito) lancerà l’iniziativa “Soffia via la violenza”, prima campagna di sensibilizzazione rivolta specificatamente alle nuove generazioni.
L’iniziativa, la cui organizzazione è stata seguita dalle volontarie del Servizio Civile Nazionale, prevede un percorso di sensibilizzazione rivolto alle ragazze e alle studentesse di strutture scolastiche o universitarie.

Le operatrici del Servizio Civile entreranno in scuole ed università per parlare alle loro quasi coetanee dei servizi di fuoriuscita dalla violenza, invitandole a osservare con occhio critico le loro relazioni per poter prevenire la
violenza stessa.

Il titolo dell’iniziativa, volutamente accattivante e provocatorio, ha la duplice funzione di sottolineare come, di fronte alle difficoltà, possa essere facile liberarsi di un peso come quello delle violenze.

“Riconoscere e reagire subito alle sue prime avvisaglie è un soffio rispetto al peso di dover uscire da una situazione di violenza perpetuata negli anni” afferma Elisabetta Corbucci, coordinatrice della cooperativa “Il Cerchio delle Relazioni”.

“Confrontandoci tra noi, ci siamo accorte che spesso quando si parla di violenza e di rapporti tra i generi si dà per scontato che siano problemi superati per le giovani generazioni” – ha poi sottolineato la coordinatrice, evidenziando per altro come si arrivi “erroneamente a pensare che le ragazze di oggi vivano rapporti paritari: da quella che è l’esperienza diretta risulta che non è così”.

E se per “esperienza diretta” si intenderanno i dati diffusi dal Centro Antiviolenza Mascherona (clicca qui per leggere dati), emergerà effettivamente che negli ultimi due anni il numero di giovani donne rivoltesi al centro è pressochè raddoppiato.

Un dato così eclatante non ha potuto che far riflettere, spingendo volontarie e operatrici a decidere di andare nelle scuole e negli atenei per “cercare di far emergere il sommerso e prevenire nuovi casi”.

“Ciò che vogliamo trasmettere è quel senso di fiducia nelle proprie capacità e risorse interiori che rappresenta l’azione di una giovane donna che diventa protagonista del suo cambiamento.”