vandali in azione nella sede Lega Nord di Struppa
Salvini: “No alla moschea a Milano”

Milano – Dopo le caute aperture del candidato sindaco di Milano Stefano Parisi all’apertura di una moschea, arriva il secco “no” di Matteo Salvini, che pure con la sua Lega Nord appoggia Parisi insieme alle altre liste di centrodestra. Il candidato aveva precedentemente dichiarato che “le comunità musulmane di Milano hanno il diritto di pregare nei loro luoghi di culto, come garantisce la Costituzione”. Quasi per prevenire le polemiche, lo stesso Parisi aveva poi posto dei paletti precisi: “Bisogna farla – aveva specificato – sapendo chi sono i finanziatori, garantendo che ci siano sermoni in italiano e controlli delle forze dell’ordine”. Le rassicurazioni non sono però bastate al leader leghista, per cui “Dove c’è la Lega in amministrazione, in questo momento storico, una moschea non ci sta. Dove governa la sinistra chiediamo ci siano referendum”. Riguardo ai paletti posti da Parisi, Salvini ha commentato che serve una legge nazionale. Il candidato ha ripreso quest’ultimo punto per provare a ricucire lo strappo: “Sono d’accordo con Salvini – ha detto – per le moschee serve una legge nazionale. Il sindaco di una città deve avere gli strumenti per valutare da dove provengono i finanziamenti dei gruppi promotori delle moschee. È necessario assicurarsi che le moschee siano controllabili, sicure, non siano luoghi di proselitismo e reclutamento del terrorismo, non siano luoghi d’incitamento contro i nostri valori, contro la nostra popolazione. Alle comunità che chiedono la costruzione delle moschee chiederemo di affermare di credere nei principi fondanti la nostra civiltà e la nostra cultura”. Sull’altro lato della barricata, il centrosinistra ha attaccato: “Come si poteva prevedere – ha aggiunto il senatore Franco Mirabelli – Salvini sconfessa Parisi sulla moschea. Lui non ne vuole sapere. E adesso vediamo chi comanda nel centrodestra a Milano e dubito che sarà Parisi”. Pierfrancesco Majorino, assessore, ex candidato alle primarie e ora capolista Pd ha invece parlato di “una destra unita solo nel tentativo di riconquistare il potere”, mentre secondo il candidato Giuseppe Sala “fare una moschea a Milano, nel pieno rispetto di diritti e doveri di tutti, vuol dire garantire libertà di culto ed insieme creare sicurezza e ideali condizioni di lavoro per le forze dell’ordine, che debbono prevenire ogni forma di terrorismo”.