Fermati tre presunti terroristi a Bari
Fermati tre presunti terroristi a Bari

Bari – Un decreto di fermo nei confronti di tre cittadini di nazionalità afghana è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dei Ros di Bari. Per i tre l’accusa è quella di terrorismo internazionale e secondo le indagini coordinate dalla Dda di Bari i tre stavano progettando degli attacchi in Italia ed in Inghilterra.

Altre due persone, un pakistano ed un afghano sono indagate e sottoposte a fermo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Per la Dda, i fermati sarebbero parte di un’associazione per delinquere che ha come finalità il terrorismo internazionale sia sul territorio italiano si a su quello estero costituendo un’associazione criminale articolata per poter sostenere logisticamente l’organizzazione degli attacchi.

Per l’accusa i due indagati avrebbero dato sostegno ad altri, disposti a compiere azioni suicide o azioni di attacco.

Le indagini sono cominciate il 16 dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti all’interno dell’Ipercoop di Santa Caterina a Bari dopo che era giunta una segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava registrando un video del centro commerciale con il cellulare. L’analisi del telefonino, poi sequestrato, ha permesso il ritrovamento di un secondo video che girato all’interno dell’aeroporto di Bari-Palese. Video che, come ha spiegato la procura di Bari, non hanno alcun valore turistico e possono essere letti come sopralluoghi per attentati.

Immagini di armi, di militari, audio con preghiere, proseliti ed intrattenimenti, video di varie tipologie sono solo alcuni dei file trovati sui cellulari.

Sul provvedimento di fermo si legge: “La cellula terroristica diffondeva l’ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento mediante interne. Il cospicuo materiale informatico era in possesso dei prevenuti e pronto ad essere usato”.

Tra le immagini ritrovate negli apparecchi, anche tante riguardanti Bari, Roma e Londra. Ad esempio il Circo Massimo ed il Colosseo; secondo gli inquirenti l’organizzazione compiva dei sopralluoghi registrando materiale video e scattando foto per poter poi decidere come muoversi avendo già conoscenza della zona da colpire.