Strage di urlando, interviene l'ANDDOS
Strage di urlando, interviene l’ANDDOS

Roma – L’Associazione Nazionale ANDDOS contro le Discriminazioni è intervenuta sugli ultimi avvenimenti di Orlando con la strage compiuta in un club gay sostenendo che ci sono inequivocabili responsabilità della classe politica.

Ma grande preoccupazione per il clima di discriminazione c’è anche in Italia. Uno stato dove si continua a morire e dove odio, violenze ed emarginazioni dettate dalla differenza di orientamento sessuale sono ancora oggi, purtroppo, pane quotidiano della cronaca.

Mario Marco Canale, presiedete nazionale dell’ANDDOS racconta: “Giusto sabato a Roma stavamo festeggiando la gioia di vivere un pride colorato, allegro, pacifico con uomini, donne, trans, giovani e meno giovani, famiglie tradizionali e non quando alle due, negli Stati Uniti, in un locale gay di Orlando, un americano di origine afgane ha deciso di privare della vita oltre 50 persone solo perché non condivideva il loro orientamento sessuale. Ora la domanda è: era solamente odio più squilibrato verso comunità LGBTI o si trattava di un terrorista mussulmano, seguendo la pista islamica, visto le sue origini, che voleva ripulire il mondo dai gay o ancora entrambi? Sono convinto – prosegue Canale – che la responsabilità di questi morti la devono sentire sulla loro coscienza in primis tutte quelle persone, particolarmente chi siede nei parlamenti e quali che parlano a nome e per conto di Dio, che fomentano ogni giorno l’odio nei confronti della nostra comunità, asserendo che noi siamo un pericolo per la società, per le famiglie tradizionali, che siamo malati, peccatori incalliti, che inquinano il tessuto sociale sano e candido. Piango per tutte le persone che hanno perso la vita solo perché diverse da quello che qualcun altro voleva fossero, piango per quei genitori che non possono più rivedere i figli, i compagni, gli amici. Con le stesse lacrime, però, continuo a lottare contro tutte quelle persone che, pensando di essere migliori di noi, vogliono vederci spaventati e rassegnati nel silenzio. La nostra indignazione fa tanto rumore. L’immediata condanna a questa strage ed il pieno sostegno a tutte le vittime di discriminazioni da parte del presidente americano Obama sono un segnale forte ed importante agli occhi dei mondo intero.