Istituto Champagnat a Genova
Istituto Champagnat a Genova

Genova – Colpo di scena nella delicata trattativa sulla chiusura del centro sportivo e della scuola Champagnat di Albaro. Mentre i Maristi, proprietari della struttura, smentiscono la chiusura della scuola e che siano in atto altre trattative con Sogegross e la famiglia Gattiglia, il responsdabile di NordiConad, la società che subentrerebbe nell’acquisto della struttura sportiva, ha chiarito che l’accordo sottoscritto con i Maristi prevederebbe il completo riassorbimento dei lavoratori tra il nascente supermercato e il centro sportivo che aprirebbe Virgin.
Dichiarazioni che stanno suscitando clamore tra i lavoratori e i sindacati perchè il particolare non era mai stato confermato ufficialmente.
Le perplessità, però restano visto che l’attuale datore di lavoro dei 21 dipendenti, la congregazione dei Fratelli Maristi, ha comunicato ai sindacati di voler offrire 10 mensilità di stipendio per rinunciare spontaneamente al lavoro e alle vertenze.
“Se c’è un accordo firmato per il completo riassorbimento dei dipendenti – si domandano i lavoratori – perchè offrire incentivi a chi rinuncia al proprio posto di lavoro?

Sul caso interviene anche il Movimento 5 Stelle che, attraverso il portavoce Marco De Ferrari precisa: “siamo al bivio finale di una partita che va oltre anche al futuro stesso dello Champagnat. Da una parte i lavoratori e la cittadinanza, dall’altra i fratelli maristi e le logiche della speculazione edilizia e dell’urbanizzazione selvaggia, il cui effetto immediato rischia di essere la perdita di 21 posti di lavoro (oltre 40, considerando anche i collaboratori a partita Iva), la dissipazione di un presidio sociale e sportivo che appartiene alla storia della città, il depauperamento di un intero quartiere, svenduto alle lobby della grande distribuzione organizzata”.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle in Regione, è intervuto nel giorno dell’incontro tecnico coi sindacati sul destino dello Champagnat.

“Da che parte stanno i fratelli maristi? – si chiede il portavoce M5S – Se tengono davvero a una realtà che ha garantito loro migliaia di iscritti ogni anno, diano continuità al servizio di qualità che lo Champagnat ha sempre fornito alla cittadinanza. Il timore, più che fondato, è che la volontà sia di far trascorrere i canonici 60 giorni, oltre i quali decade ogni obbligo di riassumere i dipendenti lasciati a casa”.

“È assurdo e miope – conclude De Ferrari – avviare l’insediamento di un altro supermercato, in una zona già satura di offerta, e avviare scavi per altri 200 parcheggi ad esso collegati, con prevedibili ulteriori disagi alla cittadinanza e scellerati mutamenti urbanistici”.