carabinieri-risLumarzo – Nessuna traccia di sangue della vittima all’interno della casa dell’unico indagato per la morte di Albano Crocco, l’ex infermiere dell’ospedale San Martino trovato decapitato nei boschi di Craviasco, nell’entroterra di Chiavari, in provincia di Genova.
L’indiscrezione sui risultati delle analisi condotte dai carabinieri all’interno dell’abitazione circola con insistenza ma occorrerà attendere altri esami prima di poter escludere l’ipotesi che, ad uccidere, sia stato il nipote.
In particolare si attende la perizia del Ris sulle armi e gli oggetti sequestrati in casa dell’indagato e sull’esame dello stub che verifica la presenza di polvere da sparo e residui della detonazione e che confermerà o meno se l’indagato ha sparato con un’arma da fuoco nelle ore  in cui è avvenuto il delitto.
Intanto proseguono le indagini per ritrovare parte del corpo della vittima che l’assassino potrebbe aver nascosto o gettato lontano dal luogo del ritrovamento del resto del cadavere. Una mutilazione che è allo studio dei criminologi e degli inquirenti e che potrebbe rivelare elementi utili alle indagini.
In particolare sono in corso controlli sul racconto di alcuni testimoni che avrebbero raccontato agli inquirenti di aver visto l’indagato mentre gettava la spazzatura molto lontano dai bidoni che usava abitualmente. Circostanza che non è stata “spiegata”.
Sotto analisi anche le riprese video del circuito di sorveglianza della casa dell’indagato e che potrebbero fornire conferme o meno alle dichiarazioni rese durante gli interrogatori.