Lo scienziato Giovanni Bignami
Lo scienziato Giovanni Bignami

Madrid – Si è spento ieri, all’età di 73 anni, stroncato da un malore improvviso, l’astrofisico e divulgatore scientifico Giovanni Bignami, che si trovata nella capitale spagnola per svolgere la sua attività di scienziato: era in corso, infatti, lo studio e la progettazione di un radiotelescopio di dimensioni enormi (circa un chilometro quadrato) realizzato con il contributo degli astronomi italiani. A dare l’annuncio è stata la moglie dello scienziato, Patrizia Caraveo, attuale direttrice dell’Inaf Iasf di Milano, insieme al presidente dell’Inaf Nichi D’Amico.

Laureato in fisica all’Università di Milano, lo scienziato ha da sempre dedicato i suoi studi dello spazio, partecipando a numerosi progetti italiani, europei e americani. Tra le sue imprese più sensazionali, che lo hanno portato a raggiungere fama mondiale, è sicuramente da ricordare la scoperta della stella da lui battezzata con l’acronimo “Geminga“, che in dialetto milanese significa “non c’è”: questa stella, infatti, emetteva raggi gamma nel cosmo, ma riusciva poi a sfuggire a qualsiasi altra indagine.

Bignami fu Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana dal 2007 al 2008; negli anni successivi fu il primo scienziato italiano a ricoprire il ruolo di presidente del Cospar (Comitato per la Ricerca Spaziale); fu anche presidente dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) e direttore del  Centre d’Etude Spatiale des Rayonnements di Tolosa.  Attualmente, il suo ruolo era quello di professore ordinario di Astronomia e Astrofisica allo Iuss di Pavia, e presidente del consiglio di amministrazione del progetto SKA, Square Kilometre Array, che sta cercando di rilevare le onde utilizzando un radiotelescopio in costruzione in Australia e Sudafrica per sondare lo spazio profondo.

Bignami amava scoprire e studiare il cosmo, ma ancora di più desiderava condividere le sue conoscenze con i lettori delle sue divulgazioni scientifiche: ha scritto numerosi libri, svariati articoli su diversi giornali di settore e non, e si divertiva anche a condividere con il pubblico più vasto, quello della televisione, parte delle sue scoperte. Il suo tono era pacato, il modo di spiegare quello di un vero professore, che cerca di far comprendere, senza dare nulla per scontato.