Palazzo di Giustizia di Genova

Genova – “Era armato e io mi sono difesa. Gli ho strappato il coltello e l’ho colpito”. Così Alessia Mendes, 39 anni, ha ricostruito la morte di Alessio Rossi, 35 anni, il marito ucciso ieri pomeriggio in un appartamento di via Pellegrini, al Campasso, nel quartiere genovese del Campasso.
L’uomo ha cercato di uscire dall’appartamento, forse nel tentativo di chiamare soccorsi, ma è stramazzato sulla porta in un lago di sangue, ucciso da diverse coltellate inflitte dalla moglie.
Indagini in corso per ricostruire la dinamica del delitto avvenuto ieri pomeriggio nell’appartamento. Secondo la testimonianza dell’unica testimone, che è anche l’unica indagata per l’omicidio, l’uomo sarebbe rientrato e l’avrebbe aggredita prima verbalmente, con insulti e accuse e poi, brandendo un coltello, l’avrebbe minacciata sempre più violentemente.
“Mi picchiava sempre – avrebbe raccontato la donna – Ogni pretesto era buono per insultarmi e umiliarmi e poi arrivavano le botte. Questa volta ho avuto paura che mi uccidesse e l’ho fermato”.
La moglie della vittima, nata in Brasile, ha anche minacciato di suicidarsi gettandosi dalla finestra e sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e la polizia e le “trattative” per farla desistere sono andate avanti a lungo.
Poi la donna si è consegnata alla polizia e si è lasciata portare in ospedale per accertamenti e poi in Questura.
Ora si lavora alla ricostruzione della dinamica dei fatti perchè cosa è realmente avvenuto nell’appartamento potrebbe “fare la differenza”.
Dalle prime informazioni, però, sembrano emergere conferme al racconto della donna che già più volte, in passato, era stata aggredita e picchiata dall’uomo.