Codara di Stella (Savona) – Un allevatore che muore improvvisamente e lascia ben 170 animali senza nessuno in grado di occuparsene. L’Enpa di Savona ha affrontato un’altra emergenza nelle ultime ore, trovando chi potesse occuparsi di capre, maiali, bovini e cani “orfani” del loro proprietario.
L’agriturismo di Codara di Stella rischiava di veder soppressi gli animali poichè nessuno era in grado di intervenire in modo rapido ed efficace per prendersi cura degli animali oltre a quanto potrebbero fare ragionevolmente i volontari ambientalisti.
In soccorso è giunta S.P., che esercita la pastorizia e produce ottimo formaggio in un comune vicino e che si è subito attivata.
Ieri si è recata presso l’azienda con fieno per gli erbivori, cibo per i maiali e crocchette per i cani e dopo aver sfamato gli animali si è subito attivata per mungere le ben 125 capre, che avevano le mammelle gonfie di latte.
Un intervento lodevole che ben dimostra la solidarietà esistente tra operatori del settore e nel mondo della pastorizia e dell’allevamento degli animali.
<<Quelli da allevamento e cosiddetti “da carne” sono gli animali più trascurati e meno amati dall’opinione pubblica, anche se hanno sensibilità ed intelligenza a volte superiore a quella del cane o del gatto di casa; e le campagne in loro difesa che puntualmente l’Enpa e le altre associazioni animaliste conducono non trovano spesso grande sostegno o risonanza>>.

Rettifica del 11 luglio 2017

Riceviamo e  pubblichiamo una lettera inviata dai familiari della persona deceduta che sostengono che la ricostruzione dei fatti non corrisponde a quanto comunicato, con una nota stampa, da Enpa.
Ecco il testo della comunicazione:

Sono Daniela Kitta Marenco figlia (almeno nel cuore) di Codara Enrico. Dopo 11 giorni passati giorno e notte in azienda per prendermi cura, in modo assolutamente volontario, degli animali insieme al mio compagno Mario Vandone, aiutati occasionalmente da amici, scopro che l’Enpa avrebbe “salvato” gli animali in sofferenza e inviato un pastore non ben identificato che avrebbe munto tutte le capre e portato fieno.
A parte il giorno della cremazione non mi sono mai allontanata dal gregge e non è arrivato nessuno dall’Enpa, tantomeno con fieno e mangime o con la “professionalità”.
Ai due amici di famiglia (contattati da mia mamma preoccupata per gli animali) che ci hanno aiutato a mungere abbiamo con fatica spiegato il funzionamento dell’impianto di mungitura, molto sofisticato e non hanno portato cibo.  Un amico veterinario ha controllato la salute delle capre (anche lui volontario).

Le capre stanno bene, almeno quelle in stalla: non avendo i registri non possiamo essere certi di capre disperse e nè la Asl Vetrinaria né l’Associazione Allevatori hanno mandato persone ad aiutare o prodotto (almeno nei primi 10 giorni) i registri per permetterci di verificare.
Ma le scorte stanno finendo, il pascolo è secco perchè non piove e le capre di Enrico devono essere alimentate biologicamente. Non possiamo toccare i soldi o i beni presenti quindi non sappiamo più come far fronte alla spesa. Non si può andare avanti a donazioni.
E io e il mio compagno questa mattina abbiamo dovuto presentarci al lavoro… lasciando l’azienda per la prima volta, con la preoccupazione nel cuore.

Daniela e Mario