Una vecchia pubblicità del Cap con Raffaella Carrà

Genova – Tanti auguri al Codice di Avviamento Postale che compie cinquant’anni.

Introdotto da Poste Italiane nel il primo luglio del 1967 e da tutti comunemente chiamato CAP, fa parte di uno dei dati essenziali entrati nella quotidianità dei cittadini.

Il numero a cinque cifre, che identifica univocamente una località o un quartiere di una città, venne introdotto per fronteggiare l’aumento della corrispondenza, conseguenza della crescita economica degli anni precedenti che nel 1950 contava tre miliardi di pezzi e solo dieci anni più tardi vedeva un volume di cinque miliardi. Il Cap doveva consentire quindi un più agevole recapito della posta e soprattutto aprire la strada allo smistamento automatico, arrivato negli anni Settanta e Ottanta con la realizzazione dei Centri di Meccanizzazione Postale.

Nei prossimi anni il CAP potrebbe assumere un maggiore significato, nonostante il calo dei volumi di corrispondenza causato dai nuovi mezzi di comunicazione digitale. L’integrazione delle coordiate geografiche, già sperimentata e con successo in alcuni Paesi, consentirebbe di identificare la posizione del destinatario in maniera più precisa, fino ad arrivare al singolo edificio ed aprendo così nuove possibilità in sinergia con i sistemi ed i software di geolocalizzazione.

Infine, una piccola curiosità riguardante Genova, una delle prime 27 città ad adottare il nuovo sistema. Il capoluogo ligure, attualmente, conta 82 codici.