Genova – Ancora un colpo di scena nella delicata vicenda della gara d’appalto per aggiudicare il Berio Cafè, all’interno dell’omonima Biblioteca genovese. I legali di Paolo Vanni, sino a poche settimane fa gestore del locale, hanno presentato un esposto alla magistratura proprio per segnalare alcune “anomalie” nella vicenda ed i magistrato avrebbe aperto un fascicolo d’indagine secondo quanto riferito dal quotidiano “La Repubblica” nelle pagine di Genova.
La vicenda prende una piega “sospetta” durante la gara di appalto che deve affidare il locale a scadenza della precedente convenzione.
Alla gara partecipano tre aziende, una delle quali viene subito eliminata perchè commette errori nella formulazione dell’offerta.
Restano in ballo la società di Paolo Vanni, che ha gestito il Berio Cafè per 12 anni, e la Ristobest srl che si aggiudica la convenzione con un’offerta superiore a quella richiesta dal Comune.
Sin qui nulla di strano ma lo stesso Comune di Genova apre una verifica “di congruità” sull’offerta vincente definendola “anomala”.
Un successivo controllo, però, finisce con l’approvazione dell’offerta. Non si evidenziano particolari problemi e l’importo della cifra offerta è “chiarito”. Forse l’azienda conta di fare forti investimenti e di trarne un adeguato ricavo.
Vanni non si arrende e chiede la documentazione così come è diritto di ogni partecipante. Esaminate le carte, come racconta “LaRepubblica”, scopre che due suoi consulenti commercialisti, che curavano la contabilità della Berio Ristorazione (azienda di Vanni e della moglie) sarebbero presenti anche nella compagnie societaria cui fa riferimento la ditta che si è aggiudicata l’appalto.
Il magistrato che ha aperto un fascicolo d’inchiesta accerterà ora se la posizione dei consulenti fosse “lecita” e se l’essere stati consulenti di Vanni possa aver dato loro un “vantaggio” di qualunque tipo. Ovviamente l’indagine potrebbe chiudersi con un’ulteriore conferma che tutto si è svolto in modo regolare e assolutamente lecito.
L’esame della documentazione chiarirà il dubbio e potrebbe dire la parola “fine” sulla complessa ed intricata vicenda.
Difficilmente, però, verrà garantita la riapertura del locale entro i primi giorni di settembre come invece era stato promesso e gli studenti della Berio si potrebbero ritrovare senza bar e senza servizio ristorante.