Lucio Battisti

Genova – Oggi ricorre una data simbolo per la storia della musica italiana con il cinquantesimo anniversario di “29 settembre”, uno dei brani più celebri di Lucio Battisti.

In realtà il brano uscì nel marzo del 1697 ma la forte caratterizzazione data al brano dallo speaker che all’inizio ripete la data, idealmente porta alla celebrazione proprio oggi.

La canzone, in sole tre settimane, raggiunse la vetta della classifica e vi rimase per due mesi consacrando la coppia Battisti-Mogol, la stessa che ha regalato quasi 30 anni di successi e pietre miliari nella storia della musica.

L’opera sin dall’inizio risultò moderna, senza la presenza di un vero e proprio ritornello che rappresentò una rottura rispetto alle consuetudini delle strutture musicali precedenti e che, in qualche modo, strizzava l’occhio al folk-rock psichedelico d’oltremanica, nell’anno in cui vide la luce “Sgt. Pepper’s” dei Beatles.

La versione interpretata dallo stesso Battisti arrivò solo due anni più tardi, spogliata dalle sonorità che l’avevano caratterizzata ed interpretata con la chitarra a 12 corde accompagnata da violino e flauto.

A sottolineare l’importanza dell’opera del grande cantautore, esce oggi “Masters”, una raccolta di 60 brani rimasterizzati dopo un lavoro di restauro con la pulizia delle tracce incise sui nastri.

Una data scelta non a caso visto che il brano, scritto dallo stesso Battisti ed interpretato dall’Equipe 84 di Maurizio Vandelli, arrangiatore del pezzo, scalò le classifiche nel 1967.

Un omaggio della Sony Music che ha voluto in questo modo celebrare la carriera del musicista laziale regalando ai fans nuove sonorità ed avvicinando i giovani ai capolavori scritti e interpretati proprio da Battisti, riconoscendole le capacità di arrangiatore all’avanguardia per l’epoca.

Ma la decisione della casa discografica ha creato diverse divisioni. “Masters” potrebbe avere tra i suoi detrattori proprio Grazia Letizia Veronese, la moglie di Lucio, che negli anni non ha accolto bene i progetti artistici legati all’opera del marito tanto da essere ancor ain causa con la sua società Acqua Azzura, detentrice di una parte dei diritti editoriali di Battisti, con Mogol che invece avrebbe voluto liberalizzare l’uso delle canzoni.