Genova – Il piano industriale di Am InvestCo, la cordata che nel giugno scorso rilevò Ilva, avrebbe previsto un drastico calo dell’occupazione sino a poco meno di 8500 effettivi. Un calo che sembrava poter essere contenuto grazie anche all’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico, che aveva annunciato assieme ai sindacati, neppure un mese fa (era il 22 settembre scorso, ndr), il raggiungimento di un accordo per l’integrazione salariale dei lavoratori almeno sino al 2018. Quest’oggi, una nome è stata la posizione presa daComune di Genova e Regione Liguria, che hanno sottolineato come si sia partiti col piede sbagliato ancor prima di cominciare. Non desta altro che perplessità infatti il piano di esuberi presentato dalla joint-venture Am InvestCo che ha rilevato Ilva.

“Regione Liguria e Comune di Genova esprimono perplessità per il piano di esuberi presentato prima ancora che parta il delicato confronto sul futuro industriale e societario di Ilva. Il progetto, per come delineato, risulta particolarmente inaccettabile per lo stabilimento di Genova Cornigliano, alla luce dei sacrifici già affrontati dall’impianto industriale e dai lavoratori, conseguenti all’accordo di programma del 2005 con cui fu decisa la chiusura dell’area a caldo”. E’ quanto si legge in una nota congiunta il governatore ligure Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci, gli assessori regionali Edoardo Rixi, Gianni Berrino e l’assessore comunale Giancarlo Vinacci.

“Le intenzioni annunciate –si legge ancora – risultano ancora più incomprensibili dove si consideri l’efficienza, da tutti riconosciuta, e la competitività economica dell’impianto di Cornigliano.  Ricordiamo inoltre che lo stabilimento genovese è parte di un accordo di programma siglato nel 2005 da Ilva, Comune, Regione, Governo e sigle sindacali, nel quale già venivano delineate le linee guida per il futuro dello stabilimento e dei suoi occupati.  Tale accordo non essendo stato né disdetto, né rimesso in discussione impegna tutto i sottoscrittori, sia da punto di vista legale sia politico”.

“Prima di parlare di esuberi ci aspettiamo che il confronto parta dalle prospettive industriali, dal piano del nuovo possibile titolare e tenga conto della storia recente e degli impegni presi. Pertanto auspichiamo che al tavolo delle relazioni industriali si affianchi al più presto un tavolo istituzionale, convocato dal Governo, con tutti i sottoscrittori dell’accordo di programma, al fine di monitorare la coerenza delle scelte future con gli impegni presi”.