Un particolare di un acquerello di Aldo Raimondi

Genova – La Genova del Regime, con le nuove costruzioni razionaliste dipinte a “resoconto” degli importanti investimenti del Comune è quella che si presenta agli occhi dei visitatori nella mostra “Disegni per una città Moderna, Genova negli acquerelli di Aldo Raimondi“, inaugurata nella giornata di giovedì 19 ottobre a Palazzo Rosso.

Un percorso espositivo curato da Andreana Serra composto da 18 acquerelli acquistati dal Comune di Genova nel 1936 e rimasti inediti che oggi regalano uno spaccato della Genova degli anni ’30 e delle grandi costruzioni realizzate nel periodo raccontato dallo sguardo analitico di Aldo Raimondi.

L’esposizione proposta al piano ammezzato di Palazzo Rosso, proprio accanto alla mostra dei bozzetti di Domenico Piola, si basa sulla collezione di acquerelli acquistata dal Comune su indicazione di Orlando Grosso, allora direttore dell’Ufficio di Belle Arti. La proposta di vendita era arrivata dalla casa editrice genovese Barabino & Graeve, una delle più attive e importanti sul territorio nazionale che, non riuscendo ad usare i bozzetti in maniera proficua per una pubblicazione che non era andata a buon fine, aveva deciso di proporre l’acquisto alle istituzioni concludendo la trattativa a 35.800 Lire. Dall’acquisto fino all’espozione, che si concluderà il prossimo 14 gennaio, le opere sono sempre rimaste alla Collezione Topografica del Comune del Centro DocSAI.

Aldo Raimondi, oggi, non appare uno dei grandi nomi di richiamo nell’arte ma a ben guardare la sua biografia e le sue opere ci si rende conto dell’errore commesso.

Nato e cresciuto a Roma, Raimondi completa la sua formazione diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di San Luca, nella capitale.

Proprio negli anni della fomazione entra in contatto con il regime. Questo contatto con il fascismo, che accogliera con opportunismo, lo porta ad ottenere la cattedra con nomina diretta di insegnante di pittura ad acqua presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, cattedra istituita apposta per lui dal Ministro Bottai.

Una carriera che lo ha visto impegnato come illustratore con importanti collaborazioni a riviste come “La Domenica del Corriere”, “L’illustrazione del popolo” e “Vie d’Italia”, ma altrettanto proficuo è stato il lavoro di ritrattista. Tra i tanti che sono stati ritratti troviamo Mussolini, Vittorio Emanuele III, Trilussa, Peppino De Filippo e addirittura tre pontefici: Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI.

Le opere realizzate da Raimondi oggi sono un’importante testimonianza di carattere storico artistico e raccontano di una città in cambiamento, pronta a lanciarsi nell’epoca “moderna” e disposta per questo a sacrificare una parte del suo centro storico per questo offrendo la possibilità di ripercorrerne la storia.