Genova – E’ tornato a casa dopo un allenamento di boxe thailandese e si è sentito male ed i genitori lo hanno accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo – Evangelico di Voltri dove è stato visitato e dimesso ma dopo qualche giorno è scivolato nel coma e ora lotta tra la vita e la morte all’ospedale Galliera.
Un 21enne di Prà è in gravi condizioni da giorni per un pugno o un calcio assestato durante un allenamento di Muai Thai, l’antica lotta thailandese. Una lesione che non è stata identificata durante la visita di controllo al pronto soccorso.
Il ragazzo è stato rimandato a casa con le cure prescritte ma poi, dopo qualche giorno, si è sentito male ed ha perso i sensi in casa finendo in coma.
I genitori, disperati, si domandano se un esame più approfondito – si indaga per accertare se sia stato sottoposto o meno ad una Tac che avrebbe potuto rivelare micro-lesioni interne difficilmente accertabili senza un esame specialistico.
Sotto la lente di ingrandimento il percorso “ospedaliero” del ragazzo che, dopo il malore a casa si è recato con i genitori all’ospedale Evangelico-San Carlo per una visita di controllo.
Secondo il racconto dei genitori, ora al vaglio degli inquirenti, il giovane Arturo Villarroel, sarebbe stato sottoposto solo ad una visita medica e non invece alla Tac che rivela anche micro lesioni invisibili ad occhio nudo.
I medici lo avrebbero dimesso mandandolo a casa senza trattenerlo in osservazione.
Ora, all’ospedale Galliera, si lotta per salvargli la vita mentre i genitori si chiedono se poteva essere fatto “di più” per verificare le sue reali condizioni di salute.
Molto probabilmente sarà un’inchiesta ad accertare come si sono svolti i fatti e se vi siano delle responsabilità ma anche per verificare se il ragazzo non soffra di altre e precedenti patologie.
Da tempo, però, le associazioni degli Utenti lamentano un calo delle visite specialistiche negli ospedali anche per effetto dei tagli alla “spesa” varati dalle nuove normative.
Tagli che, ovviamente, possono ripercuotersi sulla possibilità (e libertà) dei medici di prescrivere esami molto costosi anche nei casi meno “urgenti” o giudicati tali.
I medici, specie quelli di famiglia, rischiano addirittura provvedimenti sanzionatori nel caso di esami giudicati “superflui” e questo rischia di rendere “spuntate” le armi disponibili ad ospedali anche di grande eccellenza.