Lauren Wasser
Lauren Wasser, la modella che ha perso la gamba per TSS

Los Angeles – La modella americana Lauren Wasser, balzata agli onori della cronaca nel 2012 a seguito dell’amputazione della sua gamba destra a causa di una TSS (Sindrome da shock tossico) causata da un assorbente interno, torna a parlare delle problematiche legate a questa patologia a causa di ulteriori sviluppi della sua condizione. La storia comincia nell’ottobre del 2012, quando dopo aver inserito un tampone durante il ciclo mestruale, la ragazza trascorre la giornata fuori casa; sentendosi un po’ stanca, torna a casa e si addormenta per ore e, al suo risveglio, ha la febbre altissima e viene subito portata in ospedale. La situazione è molto grave, lo shock settico ha costretto i medici ad amputarle la gamba destra e parte del piede sinistro.

A distanza di cinque anni, però, l’incubo della donna non è ancora finito. In una recente intervista ha rivelato che sarà costretta a sottoporsi a un nuovo intervento chirurgico: “Il mio piede sinistro è un’ulcera aperta, non ha dita né tallone e mi causa un dolore continuo. Tra pochi mesi avrò inevitabilmente anche l’altra gamba amputata e non c’è niente che io possa fare. Quello che posso fare è accertarmi che una cosa del genere non accada ad altre persone“. La campagna di sensibilizzazione che Lauren Wasser sta portando avanti è finalizzata a evitare che altre donne si trovino ad affrontare il dolore che l’ha colpita e a spiegare che cosa è accaduto realmente.

La TSS è lo stadio avanzato di una infezione batterica dovuta allo Staphylococcus aureus o Streptococcus pyogenes, che può essere fatale. Il legame con gli assorbenti interni si spiega perché si verifica più frequentemente in seguito a colonizzazioni vaginali, e l’ambiente creato dall’introduzione di materiale sintetico crea l’ambiente ideale all’infezione, ma il solo tampone non ne è causa: la patologia può insorgere solamente in soggetti già portatori di tali batteri. Rossella Nappi, ginecologa dell’Ambulatorio di endocrinologia ginecologica e della menopausa al Policlinico San Matteo di Pavia, chiarisce: “L’uso dell’assorbente interno e la sindrome da shock tossico caratterizzata da una risposta infiammatoria a carico di molti distretti dell’organismo in risposta a ceppi batterici, soprattutto stafilococchi e streptococchi, possono associarsi perché il ristagno del sangue mestruale all’interno del canale vaginale può favorire la sua insorgenza. È vero però che tale evenienza è molto rara sia per l’evoluzione tecnologica degli assorbenti interni sia per la maggior attenzione che le donne dedicano a questo problema. I rischi di andare incontro alla sindrome da shock tossico possono essere ridotti alternando l’uso dell’assorbente interno a quello esterno, lavando le mani prima di inserirlo o dopo averlo rimosso e cambiarlo ogni 4-6 ore, senza mai dimenticarlo in vagina“.