Genova – C’è chi si presenta con il sacchetto di plastica trasparente “usato” e pretende di acquistare la merce con quello e chi prova a “aggirare” il problema prezzando ogni singolo frutto separatamente.
Una giornata di caos e di “fantasia al potere” quella di oggi, in tutti i supermercati della Liguria dove, come nel resto d’Italia, è entrato in vigore l’obbligo di utilizzo di sacchetti interamente riciclabili per la frutta e la verdura e dove i sacchetti vengono “tassati” per una cifra oscillante tra 1 e 2 centesimi cadauno.

La rabbia dei consumatori è forte perchè il provvedimento viene letto come una “gabella” introdotta senza spiegazioni e che grava sull’economia già in crisi.
Molti si sono presentati nei supermercati facendo domande e “sperimentando” diversi sistemi pur di non pagare le somme considerate ingiuste.

Qualcuno ha cercato di usare sacchetti riciclati portati da casa, ma che in teoria non possono più essere usati proprio per la nuova normativa, e chi ha invece provato a prezzare ogni singolo frutto mettendo tutto nel carrello (anche in questo caso sembra una violazione alla legge che obbliga al trasporto in contenitore igienico).
Secondo alcuni, poi, prezzare ogni singolo frutto sarebbe addirittura “controproducente” poichè le etichette contengono già il conteggio di un sacchetto e, quindi, fare più etichette significa pagare più volte il sacchetto.

I più si sono semplicemente adattati ed hanno pagato, seppure a malincuore, la somma richiesta.

Le polemiche, però, restano roventi e molti movimenti di consumatori invitano a boicottare la grande distribuzione preferendo gli acquisti nei piccoli negozi sotto casa.
Alcuni supermercati hanno “tollerato” le intemperanze dei clienti in attesa che la “tempesta” si plachi.

Di certo c’è l’aumento della spesa per i Consumatori che avrebbero preferito che il costo del sacchetto ricadesse sul venditore e non sul cliente.
Dibattito anche sulle somme “calcolate” sull’impatto del balzello sulla spesa annuale. C’è chi sostiene che si pagheranno sino a 50 euro in più a famiglia e chi invece ribatte parlando di 4 o 5 euro annuali.
Difficile calcolare anche gli impatti sull’ambiente della nuova normativa visto che l’Italia resta uno dei più grandi produttori al mondo di plastica e che quella dei sacchetti della spesa è solo una delle voci, peraltro minoritaria, del consumo nazionale di materie plastiche.

In testa, infatti, restando nel mondo alimentare, ci sono gli involucri, il cosiddetto “packaging” e le pellicole alimentari che avvolgono le confezioni.
C’è anche chi rivendica i sacchetti gratis poichè riportano il logo del supermercato e costituiscono a tutti gli effetti una pubblicità a favore dell’azienda.
Inoltre le polemiche sono rivolte anche alla non “riutilizzabilità” dei sacchetti che, di fatto, una volta acquistati non possono essere riciclati per lo stesso utilizzo.