Genova – Nella cattedrale di San Lorenzo c’è una bomba inesplosa lanciata da una nave inglese nel 9 Febbraio del 1941. L’ordigno si trova nella navata destra e è esposta in bella mostra a imperituro ricordo del “miracolo” che salvò la chiesa da distruzione certa.
La bomba, un ordigno calibro 381 mm, venne lanciata con un cannone ma penetrò all’interno del tetto della cattedrale di San Lorenzo finendo inesplosa sul pavimento della navata.
Un vero e proprio “miracolo” perchè avrebbe potuto distruggere una buona parte dell’edificio se qualcosa non avesse fatto “cilecca” al suo interno.
Quando i guardiani la ritrovarono furono ovviamente terrorizzati dalla paura che potesse esplodere e subito la notizia si diffuse nel centro storico e poi in tutta la città.
La bomba inesplosa era un “segno”.
Ancora oggi, a fianco alla bomba c’è una targa che recita: “Questa bomba lanciata dalla flotta inglese pur sfondando le pareti di questa insigne cattedrale qui cadeva inesplosa il IX Febbraio MCMXLI
A riconoscenza perenne Genova, città di Maria, volle incisa in pietra, la memoria di tanta Grazia”.

La vicenda è nota ad ogni buon genovese e piuttosto conosciuta anche lontano dalla Lanterna ma in pochi sanno che quella conservata nella cattedrale non sarebbe la vera bomba piovuta dal cielo ma una copia fedele prodotta dalla stessa “casa produttrice” dell’originale: l’ Ansaldo di Genova
L’ordigno vero e proprio, essendo carico di esplosivo, sarebbe stato trasferito dal genio artificieri su un battello e poi fatta esplodere in mare.
La bomba metallica presente nella cattedrale, insomma, sarebbe un falso.

A stupire anche il particolare che vuole che la bomba sia stata fabbricata proprio a Genova, negli stabilimenti della Ansaldo che l’aveva consegnata alla Marina Inglese proprio poco tempo prima dello scoppio della Guerra

Il bombardamento provocò danni ingenti soprattutto nella zona di piazza Colombo e del Centro Storico ma vennero colpite anche alcune navi in Porto come la celebre Garaventa che venne affondata.
Venne colpito anche l’ospedale Galliera e morirono 13 persone ricoverate.

A difesa della città vennero sparati moltissimi colpi di cannone ma la maggior parte finì in mare ben prima di raggiungere le navi inglesi che sono rimaste alla massima distanza di tiro proprio per evitare di essere colpite.
A sparare fu anche il celebre “treno armato” di stanza a Voltri.

Per soccorrere i moltissimi feriti, si dice oltre 700 (72 le vittime) arrivò a Genova anche la principessa di casa Savoia, Maria José che girava con la divisa da crocerossina.
Una visita “lampo” perchè – si narra – gli sguardi dei genovesi convinsero gli addetti alla sicurezza della principessa, a partire il prima possibile.