Roma – Un po’ ovunque la tempesta siberiana Burian ha creato intoppi: dalle nevicate al rinvio delle partite di campionato, dalla chiusura delle scuole al congelamento dei panni stesi. Ma l’allarme maltempo, annunciato già da settimane, è connesso anche al mondo dell’agricoltura. Ecco perché attraverso una nota stampa ha preso la parola anche Confagricoltura, che, monitorando la situazione passo dopo passo, ha spiegato come “i danni potrebbero essere contenuti rispetto al passato”.

“In passato si sono riscontrate gelate storiche connesse al freddo proveniente dalla Siberia nel 1929, nel 1956 nel 1985 e nel 2012. In queste annate la durata delle gelate fu di diversi giorni superando in alcuni casi i dieci. La gelata attesa nei prossimi giorni dovrebbe essere più breve e durare, a seconda delle aree, dai due ai tre giorni”.

“Preoccupazioni si hanno soprattutto per le  colture arboree che – dopo le temperature mediamente più alte delle settimane scorse – potrebbero aver risvegliato le gemme. Attenzione, non sempre le gelate sono dannose – avverte però Confagricoltura -. A certe condizioni potrebbero anche essere positive perché inducono un diradamento naturale nel prodotto. Se invece le gelate fossero intense e prolungate, potrebbero arrecare danni anche notevoli”.

“Ma c’è anche una buona notizia: sta piovendo nel Sud Italia e nelle isole dove si riscontrano notevoli problemi nel livello degli invasi. Si tratta di una boccata di ossigeno che permette il prosieguo dell’agricoltura, in aree già sfiancate da numerosi problemi legati alle crisi di mercato. Del resto la copiosa neve che sta cadendo al Nord ed in particolare sulle Alpi permetterà di ricaricare in modo adeguato anche i laghi del Nord Italia che tanto avevano sofferto per la siccità del 2017”.

Secondo le previsioni le temperature minime della pianura padana varieranno da -6 °C a -9 °C.  Per questo è bene ricordare che nel gennaio 1985 raggiunsero -20 gradi centigradi. Anche nel febbraio 2012 in pianura le temperature minime scesero sotto i meno venti in Piemonte (e in Emilia Romagna furono raggiunti livelli similari).