Genova – Droga, cellulari e coltelli. Questo il risultato di una perquisizione straordinaria compiuta dagli agenti della Polizia Penitenziaria all’interno della I e II Sezione del Carcere di Marassi.

All’interno della casa circondariale di Genova, gli uomini in servizio hanno controllato ogni angolo delle sezioni ritrovando, in alcune celle, telefoni cellulari, lame e cannabis.

A riportare quanto accaduto è Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE che spiega: “I cellulari sono stati trovati in alcune celle occupate da detenuti sudamericani e tunisini. Gli apparecchi sono stati sequestrati e ne è stata data notizia agli uffici dipartimentali e regionali e all’Autorità Giudiziaria. Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria chiediamo interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani“.

Ancora, il leader del SAPPE aggiunge: “Il rinvenimento è avvenuto grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo“.

Ancora Capece evidenzia: “E’ del tutto evidente che il carcere di Marassi, sotto il profilo dell’organizzazione e della sicurezza è allo sbando. Ogni giorno succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. […] Marassi è un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria“.

Il segretario, infine, conclude: “La situazione nelle carceri della Liguria, dove oggi sono detenute oltre 1.400 persone rispetto ai circa 1.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante. A Marassi, dove si è orientati ad una discutibilissima gestione di permissivismo e di tolleranza da parte dei vertici della direzione, si è concentrato il maggior numero di eventi critici: 199 atti di autolesionismo, 17 tentati suicidi, 235 colluttazioni e 38 ferimento. Aggiungo che la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sono stati introdotti la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, ossia con i detenuti liberi di girare per le Sezioni detentive più ore al giorno con controlli sporadici ed occasionali”.

Anche per questo il SAPPE ha chiesto ai vertici del Ministero un cambio di passo per quanto riguarda il carcere di Marassi.

Appena qualche giorno fa, un detenuto con problemi psichici ha lanciato della candeggina addosso a due agenti penitenziari provocando il lieve ferimento di uno dei due.